Comuni in trincea sui soldi alle Comunità

Ok al protocollo di finanza locale, ma sui 120 milioni di avanzo i sindaci chiedono garanzie. Daldoss: «Potete contare di più». Turn over, la Provincia concede il 25%


di Chiara Bert


TRENTO. All’unanimità, dopo due ore di animata discussione, i sindaci danno il via libera al Protocollo di finanza locale per il 2016, l’intesa sul prossimo bilancio che la giunta provinciale approverà lunedì prossimo. Ma è un via libera carico di resistenze e perplessità, che riguardano essenzialmente un punto: l’avanzo di amministrazione, un tesoretto di 120 milioni di euro che, per non andare perso, la Provincia ha proposto ai Comuni di versare a un Fondo della Comunità di valle che poi impiegherà quelle risorse per opere considerate strategiche per quel territorio.

Ma per farlo è necessario correre. Le variazioni di bilancio dovranno essere fatte entro novembre, i soldi impegnati entro dicembre: perché da gennaio - in virtù delle nuove regole che impongono il pareggio di bilancio - non potranno più essere utilizzati. La strategia messa sul piatto dalla Provincia, presentata la scorsa settimana dal governatore Ugo Rossi e ieri rispiegata dall’assessore Carlo Daldoss in Consiglio delle autonomie, convince solo a metà i sindaci, preoccupati che le risorse che hanno messo da parte negli anni finiscano in un grande calderone che vada a beneficio di Comuni magari meno virtuosi che al Fondo di Comunità non hanno versato nulla. «Le risorse dei Comuni devono rimanere dei Comuni di provenienza», tuona il sindaco di Riva Adalberto Mosaner, «e chi deciderà poi quando un’opera è strategica?». Si accodano altri sindaci, da Rovereto a Cembra, da San Michele a Croviana. Francesco Valduga (Rovereto): «Se metto il mio avanzo in Comunità e so che mi torna indietro, posso programmare il bilancio, altrimenti meglio cercare di spendere subito i soldi». Tocca al dirigente Giovanni Gardelli chiarire che l’operazione non può risolversi in una cessione di risorse che tornano indietro al Comune tali e quali qualche mese dopo, altrimenti si tratterebbe di una misura elusiva che lo Stato sanzionerebbe pesantemente: l’idea è di convogliare le risorse alla Comunità - insiste Daldoss - che potrà decidere di investirle in un’opera strategica - una scuola, una strada, una piscina - a cui la Provincia potrà aggiungere altri soldi. «Avete l’opportunità straordinaria di ribaltare il rapporto tra Provincia e Comuni», ripete l’assessore, «per la prima volta i territori possono pesare di più, non cadete nell’errore di difendere il vostro piccolo giardino». Un battagliero sindaco di Trento Alessandro Andreatta ribadisce: «Va detta la verità, la Provincia parla di 500 milioni per investimenti in tre anni ma sono tutti soldi dei Comuni». Risponde un Daldoss renziano: «Basta lagnarvi, i 500 milioni ci sono, un po’ più di ottimismo non ci costa niente». E sul personale fa un’ulteriore mini-concessione ai sindaci: il turn over passa dal 20 al 25%.













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