Comuni, gestioni associate obbligatorie sotto i 3 mila abitanti

Rossi: «No alle fusioni obbligatorie, sì agli incentivi» Investimenti, i fondi passano alle Comunità di valle



TRENTO. Gestioni associate dei servizi comunali (anagrafe, tributi, appalti, servizi informatici) obbligatorie sotto i 3 mila abitanti. Alle Comunità di valle le funzioni di pianificazione urbanistica e socio-economica, le politiche sociali e edilizia abitativa pubblica e agevolata. Comuni più protagonisti dentro le assemblee delle Comunità (che ancora non si sa se saranno elette direttamente o formate da sindaci e amministratori eletti dai consigli comunali). Una finanza locale sempre più spostata sulle Comunità invece che sui Comuni. Nuove forme di partecipazione dei cittadini, che potranno essere consultati anche on line per esempio sui piani che riguardano gli investimenti.

Ecco in sintesi l’impianto della riforma istituzionale condiviso ieri dalla giunta provinciale, che non ha invece raggiunto un’intesa (ne riferiamo nell’articolo in basso) sulla governance delle Comunità di valle. «Le Comunità non vengono abolite, restano e saranno più snelle, con i Comuni che recuperano un ruolo da protagonisti», ha riassunto il presidente Rossi.

Competenze confermate. La proposta conferma agli enti intermedi le competenze già previste dall’attuale legge, ovvero la pianificazione urbanistica e socio-economica, le politiche sociali (comprese quelle famigliari e giovanili) e l’edilizia abitativa pubblica e agevolata.

Le novità. Le Comunità - ha insistito Rossi - saranno però anche il luogo in cui i Comuni decideranno sulle priorità di investimento in una logica sovracomunale e in cui si confronteranno con la Provincia sugli investimenti di carattere strategico su quel territorio. Ed è proprio la finanza locale la leva su cui la Provincia scommette per incentivare i piccoli Comuni a fondersi. I singoli Comuni manterranno il budget per la spesa corrente e la manutenzione, mentre gli investimenti (per esempio una scuola comunale) saranno decisi dentro la Comunità, che gestirà il Fut (il fondo unico territoriale oggi suddiviso tra i Comuni).

Inerzia? Decide la Provincia. Se i Comuni non riusciranno a mettersi d’accordo e a decidere a causa dei veti incrociati, sarà la Provincia a farlo assumendosi un potere sostitutivo.

Gestioni associate sotto i 3 mila abitanti. La riforma rilancia il processo avviato con Gilmozzi, che doveva partire nel 2013 ma poi si è arenato per l’inadempienza di molti Comuni. Le gestioni associate (inzialmente obbligatorie sotto i 10 mila abitanti) saranno obbligatorie per ambiti minimi di 3 mila abitanti, partendo da una contiguità di territorio. Si potrà derogare solo nel caso di Comuni che si fondono andando a costituire un Comune di oltre 2 mila abitanti.

Partecipazione. Per bilanciare il peso dei Comuni nelle Comunità, sono previste forme di partecipazione dei cittadini (consultazioni che non saranno necessariamente il classico referendum) «che porteranno la volontà sovracomunale espressa dai cittadini - ha detto Rossi - e daranno una linea di indirizzo».

(ch.be.)













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