il racket

Commercio dei cani, microchip falsi e aggressioni notturne nelle baraccopoli per rubare le elemosine

Il racconto di volontaria di Zampa Trentina: “Animali intimiditi che vivono al freddo e al gelo anche narcotizzati perché restino fermi senza abbaiare”


di Daniele Peretti


TRENTO. A sostegno del racket delle elemosine non solo il commercio dei cani, ma anche microchip fasulli ed aggressioni notturne tra bande allo scopo di rubare i soldi delle questue. Due gruppi che abitano in baraccopoli diverse (una a Roncafort ed un altra nell’area disabitata della zona commerciale di via Maccani verso l’autostrada) ed un costante cambio di persone e cani per alimentare l’operazione illecita.

Il racconto è di una volontaria di Zampa Trentina che mercoledì pomeriggio ha avuto un violento alterco nel parcheggio del Poli di via Maccani col gruppo dei nuovi arrivati: “Sono intervenuta perché mi era giunta voce che una persona che avevo aiutato anche ad uscire dal giro del racket, pur appoggiandosi ad alcune strutture, essere seguito dall’assistente sociale che gli ha trovato un lavoro, era tornato a vendere i cani. Delusione e rabbia quando l’ho visto davanti al supermercato col cane in braccio farsi incontro alla mia amica dicendole. "Questo è il cane di cui ti ho parlato, hai portato i cento euro?”.

Qui è nata la discussione: “Gli ho rinfacciato quello che stava facendo e ho chiesto che mi facessero vedere i documenti dei cani. Mi hanno tranquillamente detto che non li avevano, non erano vaccinati e microcippati perché erano arrivati da pochi giorni e fino a quel momento nessuno li aveva controllati”.

Ha chiamato i vigili? “Certo segnalando anche la mia situazione di scarsa sicurezza accerchiata com’ero e poi trattandosi di un’ordinanza comunale sono loro che dovrebbero controllare, ma non si è visto nessuno: saranno state le 17,30 quando ho chiamato”.

Com’è finita? “Che se ne sono andati o meglio scappati solo che nemmeno un quarto d’ora dopo erano nuovamente davanti al Poli con un cane diverso”.

Ha capito quanti sono? “Sono arrivati in cinque con altrettanti cani, uno dei quali mi è stato detto che è moribondo ed avrebbe bisogno di cure urgenti”.

Le aggressioni notturne per rubare le elemosine? “Ci vuole una premessa. La persona che non mi sarei mai aspettata che fosse tornata a vendere i cani, l’avevo conosciuta in Bolghera dove davanti al Poli di Largo Medaglie d’Oro chiedeva l’elemosina con una cagnolina che poi ho adottato. L’ho presa che avrà avuto tre anni e di notte o comunque al buio, se entrava qualcuno nella stanza diventava aggressiva. Mi ha spiegato che i cani, indipendentemente dalla taglia, erano addestrati a difendere perché spesso succedeva che i clan avversari facessero delle spedizioni per rubare l’elemosina”.

I microchip falsi ? “Quello che mi è stato detto è che a Trento c’è la possibilità di mettere dei chip falsi, al controllo vengono riconosciuti, ma non portano a nessun proprietario: sono anonimi”.

Il costo? “ 20 – 30 euro, ma ci rendiamo conto del giro che i questuanti hanno messo in piedi"

L’ordinanza comunale vieta la questua con i cani se non di proprietà quindi non cippati considerandoli animali d’affezione. “Niente di più sbagliato, per i questuanti sono solo un mezzo per impietosire le persone spingendole a fare la carità. Sono cani intimiditi che vivono al freddo e al gelo anche narcotizzati perché restino fermi senza abbaiare: non sarebbe così se li considerassero d’affezione. La mia cagnolina ha impiegato mesi prima di muoversi liberamente e tornare ad abbaiare. Era capace di restare anche quattro ore nella stessa posizione senza cedere a nessun stimolo. L’ordinanza va cambiata”.













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