davanti al giudice

Colpo di scena al processo per il «castelletto» conteso

Coppia accusata di aver sottratto l’eredità alla cugina con problemi. Ma sul conto della vittima ecco apparire un milione e 240mila euro della villa venduta



TRENTO. Quella di ieri avrebbe dovuto essere l’ultima udienza di un processo che, iniziato lo scorso ottobre, vede sul banco degli imputati una coppia della Val di Non accusata di circonvenzione di incapace. Invece, la difesa della coppia (all’avvocato Pietro Rossi s’è affiancato il collega Lorenzo De Guelmi) ha giocato una carta a sorpresa, affermando che il milione e 240mila euro frutto della vendita di una villa a Villazzano (parte di un patrimonio complessivo di oltre 5 milioni) sarebbe stato regolarmente depositato sul conto della sessantenne presunta vittima del raggiro. E così, il giudice Enrico Borrelli ha aggiornato l’udienza per acquisire nuova documentazione e ascoltare altri testi.

La vicenda ha inizio alla morte del papà della donna lasciandola da sola, nel 2003. Prima di morire l'uomo aveva affidato la cura della figlia, discendente di una nobile famiglia e da sempre affetta da gravi disturbi psichici, al cugino della donna, in cambio della possibilità di coltivare sei ettari di meleti e di tenersi tutto il ricavato. Secondo l'accusa, però, da allora il cugino e sua moglie avrebbero fatto in modo di isolare la signora dalle altre sue cugine. Così negli ultimi dieci anni la donna avrebbe dovuto cambiare del tutto abitudini. Secondo quanto raccontato in aula dalle stesse sorelle dell'imputato, la donna scendeva spesso nel capoluogo, per recarsi dal parrucchiere e per fare shopping, forte di un patrimonio che da sempre le aveva permesso un tenore di vita decisamente alto. Dopo la morte del padre, però, tutto questo era finito. In una delle scorse udienze, le cugine hanno fatto capire che il loro fratello e, soprattutto, la cognata avevano di fatto quasi recluso in casa l'ereditiera, tanto che le cugine non potevano più nemmeno parlarle al telefono. Poi, nel 2008, la donna aveva firmato davanti a un notaio della valle la donazione della nuda proprietà del castelletto che era stato dimora di famiglia e la procura generale sui suoi beni. Documento grazie al quale la cognata ha venduto una villa a Villazzano per un milione e 240 mila euro. E fino a ieri, nonostante tutte le richieste di chiarimento degli altri parenti, non si sapeva in quale conto fossero finiti quei soldi. Il notaio, dal canto suo, ha affermato in aula che la donna aveva giustificato quella donazione, affermando che quelle erano le sole persone che gli stavano vicino. Nel corso delle indagini preliminari, è stato eseguito un incidente probatorio e il perito Bonadiman ha concluso che la donna, cui è stata riscontrata una schizofrenia paranoide, è del tutto incapace di intendere e di volere e non si rende conto del valore del denaro.

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