LA PAZZA CORSA

Color Run, energia per il turismo Comune e Apt: «Da ripetere»

L’assessore Stanchina: «Ci interessa anche questo turismo, fatto di giovani che invadono le pizzerie» Il “capitano” dei volontari Cosi: «Agli snob dico che c’è bisogno di colore e positività per stare bene»


di Luca Marognoli


TRENTO. È mancato solo il gran finale alla Color Run, la “corsa della felicità” che sabato ha attirato a Trento 16 mila podisti festanti. Quegli ultimi 45 minuti dove si salta e si balla sotto il palco, scanditi ogni quarto d’ora da una “color-blast”, l’esplosione di colore generata dal lancio contemporaneo verso il cielo dei sacchetti di polvere di cui sono dotati i runners. Alle 17.40 gli speaker hanno dato il via al countdown per il primo lancio, ma ne sono stati fatti solo due sulla dozzina prevista ed è “saltata” anche la sfilata di ringraziamento delle associazioni di volontariato sul palco.

Il bilancio complessivo però è ottimo, sia per i runners che per la città. Roberto Stanchina, neoassessore comunale al turismo e alle politiche economiche, gongola: «È andata alla grande. C’erano 8 mila partecipanti regionali e altrettanti giunti da fuori, dalla Toscana, dal Veneto, tantissimi dall’Emilia, persino dall’Austria. La macchina organizzativa è stata molto efficiente e dobbiamo ringraziare i 50 vigili impegnati nella gestione del traffico. Manifestazioni simili qualche disagio lo creano, ma vale la pena sopportarlo sapendo che dura un giorno solo e arrivano 16 mila persone. Tutto è stato gestito con criterio e stamattina alle 9 la città era pulita: di questo va dato atto al servizio ambiente. Un'esperienza da ripetere, con più partecipanti. Già mercoledì con l'Apt ci siederemo attorno a un tavolo per pensare al futuro». Il beneficio economico c’è stato: «Io parlo sempre di “turismi”: questo è un fast-tourism, con un target di giovani che si divertono, magari fanno una visita al Muse e lasciano un piccolo indotto: con l’acquazzone si sono riversati nelle pizzerie. Oggi è importante anche questo».

Sorride anche Fabrizio Cosi, “capitano” dei Podisti da Marte di Milano, anima organizzativa dei 150 volontari. «È andata molto bene: peccato solo per la parte finale che è saltata. Per il resto grande entusiasmo, lungo un circuito cittadino in cui la gente partecipa alla festa, con in più l'attraversamento del nuovo quartiere del Muse». Fabrizio era a Trento anche ieri mattina: «Girando per le strade ho sentito opinioni contrastanti: ci sono quelli che snobbano la manifestazione e con un po' di invidia dicono che è fatta da tanti deficienti che corrono pitturati. Il bello però è proprio quello: ci vorrebbe un po' di colore in più nella vita». La stessa filosofia che anima i Podisti da Marte: «Siamo il no profit che cerca di agire su ciò che è già buono: non sulla patologia ma sulla fisiologia. L'obiettivo è trasmettere energia positiva alle persone che stanno già bene, cercando di creare un meccanismo ripetitivo e un rinforzo positivo. Non è una manifestazione per i runner, che non spendono 20 euro per correre senza cronometro, ma un evento di massa per famiglie bambini. L’anno scorso ha richiamato 60 mila persone in tutto il circuito, ma quest'anno si rischia di fare il doppio. È un format divertente e coinvolgente». Prima del diluvio, molti avrebbero gradito gettate di acqua oltre che di polvere, visto il caldo... «Avevamo pensato anche a quello. C’era la cleaning station: tuboni con motore a benzina che sparano aria. Ma la pioggia ha allagato viale Sanseverino». E la doccia è arrivata dal cielo.













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