«Cinque incendi, anno anomalo»

Zini, responsabile Itas: «In Val di Sole sequenza mai vista in 40 anni»


Laura Lorenzini


VAL DI SOLE. Cinque incendi da marzo a luglio. Quasi uno al mese. Un anno davvero anomalo, per la Val di Sole, dove non si ha memoria di un'escalation di roghi così impressionante. «Sono scoppiati l'uno dietro l'altro e l'ultimo, a Malga Bolentina, è stato scioccante: un dolo gravissimo, che ha rischiato di far morire bruciate alcune persone», commenta Franco Zini, responsabile dell'Itas di Malè. Un milione di euro il conto dei risarcimenti per l'assicurazione. E ad alcune famiglie sono arrivati anche i contributi della Provincia.

La sequenza di incendi è iniziata in marzo a Termenago, per proseguire con Ossana e Rabbi (dove parecchie famiglie sono rimaste senza casa) e quindi a Vermiglio, per finire con la tragedia sfiorata a Malga Bolentina, in luglio. «Sono quarant'anni che sono in val di Sole e grossi incendi ne ho visti - dice Zini -. Ma una sequenza così è davvero straordinaria». Colpa, forse, della manutenzione e dei materiali. «Rispetto al passato, quando c'erano gli spazzacamini, la pulizia delle canne viene fatta poco. Poi c'è anche un problema di tipologia di alcuni prodotti, che non garantiscono protezione». Caso a parte è quello di malga Bolentina, dove l'origine del rogo è dolosa: «E' un fatto gravissimo, di cui pure non si hanno ricordi in valle. Episodi di dolo ne abbiamo trattati nel corso degli anni, ma qui si ipotizza la tentata strage. Chi ha appiccato le fiamme sapeva che al piano superiore dormivano il malgaro, la sua famiglia e un dipendente. E sapeva che non avrebbero avuto via di scampo. Tant'è che per sfuggire alla morte hanno tutti dovuto gettarsi dalla finestra. Sono fiducioso nella magistratura, sono certo che riesca a risalire ai responsabili».

Ma Zini vuole evidenziare un'ulteriore anomalia, cioè il doppio risarcimento ottenuto da alcune famiglie per i danni. In primis quello dell'assicurazione, poi quello della Provincia: «Su 25 famiglie coivolte, 22 erano assicurate e hanno ottenuto il cento per cento del danno reale. Quello che mi stupisce è che per alcuni sia arrivato anche un risarcimento pubblico e questo non lo trovo giusto. In giorni in cui si parla di costi della politica, cerchiamo di fare le cose come vanno fatte. Giusto sarebbe un sostegno al malgaro di Malga Bolentina, che ha perso tutto e non ha avuto nulla, non l'aiuto a chi è assicurato ed è già stato risarcito. Noi paghiamo interamente il danno. Chiaro che i soldi non bastano se uno, oltre a ricostruire l'appartamento, vuole ricavare dalla soffitta una mansarda».













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