Chirurgia d’emergenza, mai più di notte all’ospedale di Borgo

Dal primo marzo al San Lorenzo sarà garantito solo il primo soccorso, poi il trasferimento al Santa Chiara a Trento


di Marika Caumo


BORGO. Dal primo marzo sale operatorie chiuse dalle 20 alle 8 all'ospedale San Lorenzo. A partire da quella data sarà, infatti, tolta la reperibilità nelle ore notturne dei medici chirurghi, anestesisti e strumentisti. Urgenze ed emergenze dunque andranno a Trento. Rimarranno solo un chirurgo, un anestesista e un assistente, equipe minima indispensabile per garantire il primo soccorso.

L'annuncio, dato venerdì pomeriggio dalla caposervizio ai dipendenti della sala operatoria, è arrivato alle orecchie degli amministratori locali, che non esitano a definirlo «un vero colpo di mano». Lunedì sera il presidente della Comunità Sandro Dandrea ha riferito l'indiscrezione alla conferenza dei sindaci, convocata per discutere della Tares, la nuova tassa sui rifiuti. Una notizia che ha suscitato un misto di stupore e rabbia.

Il primo ad annusare che qualcosa non andava è stato il sindaco di Spera Alberto Vesco che giovedì recandosi in ospedale per esami, ha notato il malumore del personale, che affermava come negli ultimi giorni la situazione stesse precipitando. Il giorno dopo la conferma ai dipendenti. «Nell'ultimo incontro sull'ospedale (di lunedì 21 gennaio, quindi appena 4 giorni prima, ndr), l'assessore Rossi e il direttore dell'Apss Flor hanno paventato un futuro possibile trasferimento a Trento, visto che ci sono pochi interventi notturni. Solo un accenno, nessuno ha parlato di date o altro - spiega Vesco -. Questo complica anche gli interventi diurni che, onde evitare complicazioni notturne verranno portati direttamente a Trento. Ve bene la razionalizzazione della spesa, il fare rete, però i servizi basilari vanno garantiti mentre in questo modo si minano le basi del servizio che fornisce l'ospedale di Borgo. Non ha senso spendere soldi per le facciate e gli spazi esterni se dentro manca personale per le emergenze e turnazioni dei servizi alle persone».

Il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne, ha appreso la notizia lunedì dal presidente Sandro Dandrea. «Sono basito. Rossi risponderà di questo, ci vuole chiarezza. Buttano li 16 milioni per l'ospedale e poi? Questa volta faremo la guerra», afferma. Il più arrabbiato è proprio Sandro Dandrea. Sempre calmo e composto questa volta sbotta: «E' ora di finirla! Se c'è un intervento d'emergenza di notte e l'elicottero è operativo fino alle 9 con cosa andiamo a Trento, in ambulanza? Nessuno ha detto nulla al territorio. Non c'è una delibera, nulla di scritto che avvalori queste scelte tecniche. Si è parlato di un futuro modello organizzativo trentino, con l'elicottero fino a mezzanotte e la riorganizzazione delle chirurgie periferiche. L'arrabbiatura massima è che siamo sempre noi i primi, sempre la Valsugana. E' successo per il punto nascite, per la chiusura delle sale operatorie nel fine settimana. Doveva essere fatto su tutti gli ospedali periferici, invece solo a Borgo è stata chiusa maternità. Se vogliono fare questa riorganizzazione si cominci da altri ospedali».

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