Castagni malati, è partita la potatura

Valle del Chiese, l’intervento degli esperti per sfoltire le chiome delle piante attaccate dal cinipide: 200 gli alberi trattati


di Aldo Pasquazzo


VALLE DEL CHIESE. In Valle del Chiese, fino a tre anni fa, si arrivava a raccogliere anche 20 quintali di castagne e più. Rispetto ad allora, nel corso della stagione 2012 chi ha racimolato 10 chilogrammi è da considerare dei veri fenomeni. Da qualche giorno a questa parte però, a salvaguardare quel patrimonio, compreso tra la valle di Daone e Lodrone, sono entrati in azione i “ragni” della società cooperativa Alto Fusto di Ravina che nel passato, con il loro lavoro e tanta professionalità, hanno arginato i ripetuti danni attribuibili in buona parte alla cosiddetta vespa cinese. Agiscono sulle chiome secche e improduttive, sfoltendole, anche sugli alberi di vecchia generazione: una cura che sta avendo successo, non solo in Trentino ma anche in Alto Adige dove hanno già operato.

«Una iniziativa simile – ricorda Luigino Beltrami di Darzo, che a monte dell’abitato di piante ne ha una ventina e più - era stata intrapresa anche per il passato, quando l’allora Consorzio Teritorio Ambiente di Trento aveva messo mano a più alberi. L’azione di bonifica, gestita e portata avanti in quel caso da Benedetti e Barbacovi, qualche risultato confortante l’aveva ottenuto».

Spiega come si agirà Massimiliano Luzzani, che della locale Associazione Tutela del Castagno è il presidente. «Intervenire era oramai un obbligo se si voleva evitare che tale patrimonio scomparisse. Per farlo abbiamo optato su una realtà di tecnici, la cui professionalità è stata comprovata. Quindi, espletate le necessarie procedure con la Provincia, da qualche giorno a questa parte abbiamo intrapreso una prima azione di bonifica dalle parti di Darzo e Lodrone, un intervento che mira ad assalire e fronteggiare il fenomeno in modo da limitare il diffondersi della malattia». E aggiunge Luzzani: «Al di là della vespa cinese e del cancro alla pianta potrebbero esserci – come più volte sostenuto da tecnici ed esperti operanti a San Michele - altre ragioni che hanno portato all’attuale situazione. Faccio riferimento all’impollinazione o all’alto tasso di umidità che di certo agli alberi non sta facendo bene, o anche a qualche grandinata di troppo». Gli alberi sottoposti a sfoltimento sono circa 200, rispetto agli 800 che si andranno complessivamente a fare. I cosiddetti “ragni”, armati di motoseghe, agiscono sui rami malati , ancorati alla base e trasferendosi in rapida sequenza di pianta in pianta. La straordinarietà dell’intervento di potatura, dovuto in primis all’emergenza cinipide, porta ad un quantitativo ingente di ramaglia sottochioma con il necessario ulteriore lavoro da parte dei singoli proprietari. «Per questo - tiene a far sapere Luzzani - abbiamo già fatto presente all’assessore provinciale Michele Dallapiccola la necessità di trovare altre forme di aiuto nei confronti della castanicoltura».













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