val di sole

Case edificate in area agricola progettista e impresario nei guai

Ieri in tribunale a Trento la prima udienza del processo a carico dei rabbiesi Fabrizio Meneghini ed Ernesto Guarnieri, che tra il 2011 e il 2012 hanno costruito due palazzine a Bolentina di Malé



VAL DI SOLE. Due palazzine nuovissime in località Bolentina, nel comune di Malé. I lavori sono partiti nel 2011 e una delle costruzioni è stata terminata nel 2012 mentre l’altra non è ancora stata ultimata. E forse non lo sarà mai. Sì, perché per quelle due palazzine sono finiti a processo Fabrizio Meneghini, 59 anni di Rabbi, legale rappresentante della Pegaso srl, società proprietaria dei terreni, nonché progettista e direttore dei lavori, ed Ernesto Guarnieri, anche lui 59 anni, anche lui di Rabbi, titolare della ditta che ha realizzato i due edifici, il cui valore complessivo è di diverse centinaia di migliaia di euro.

A trascinarli in tribunale, il primo per aver realizzato le opere senza il permesso di costruire e falso ideologico, il Comune di Malé. Ieri la prima udienza del processo, davanti al giudice Giuseppe Serao, nel corso della quale sono stati ascoltati due testi dell’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Maria Colpani.

Secondo la Procura di Trento, Menghini avrebbe rappresentato lo stato delle due particelle fondiarie in modo volutamente errato, modificando il confine tra le stesse. Confine “che coincide esattamente nella realtà con la delimitazione tra area agricola di interesse secondario ed area edificabile residenziale B5”. In questo modo, sempre secondo l’accusa,

Meneghini è riuscito a fare risultare che gli edifici si trovavano completamente in area residenziale mentre, in realtà, sorgevano per gran parte (uno per il 30 per cento, l’altro per il 40 per cento) in area agricola. Non solo. Secondo l’accertamento affidato ad un tecnico dall’amministrazione di Malé, poi confermato dalle indagini compiute dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato, non solo le concessioni erano state ottenute in maniera illegittima, ma le due palazzine erano state realizzate in difformità anche rispetto al progetto “irregolare” - e questo è il reato contestato a Guarnieri - spostate a monte di due metri l’una e di due l’altra, per evitare possibili cedimenti del terreno.

A fronte di questa situazione, nell’agosto dello scorso anno, la procura di Trento aveva chiesto e ottenuto dal giudice Marco La Ganga il sequestro preventivo di uno dei due edifici, quello non ancora terminato. L’altro, invece, finito nel giugno del 2012, non è stato messo sotto sequestro. I due imputati - Meneghini difeso dagli avvocati Stefano Ravelli e Flavio Maria Bonazza di Trento, Guarnieri dall’avvocato Vanni Ceola - respingono ogni accusa e promettono battaglia. La prossima udienza è stata fissata il 27 maggio prossimo: saranno ascoltati i testi della difesa.

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