il mercato del mattone

Casa, prezzi in calo del 5% e mercato in ripresa

Nel 2016 le compravendite di immobili a uso residenziale in tutto il Trentino sono aumentate del 18,49 %, ma tirano soprattutto gli immobili usati


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Il mercato immobiliare torna a tirare, ma calano i prezzi. Gli acquirenti vogliono spendere poco e puntano soprattutto all’usato e le imprese edili soffrono. Questo nonostante l’aumento del 55 per cento dei mutui casa. I dati incrociati dell’Agenzia delle Entrate e dei centri studi di Tecnocasa, Immobiliare.it e Borsino Immobiliare tracciano un quadro in chiaroscuro per il 2016.

Compravendite in aumento. Il primo dato che emerge dalla lettura dei rapporti dell’Agenzia delle Entrate, che ha assorbito quella che una volta si chiamava Agenzia del Territorio, è che nel 2016 sono in netto aumento le compravendite di immobili a uso residenziale in tutto il Trentino. Nel periodo tra gennaio e ottobre di quest’anno in tutta la provincia ci sono state 3.319 compravendite contro le 2.801 dello stesso periodo del 2015. Quindi c’è stato un aumento del 18,49 per cento. Un dato che, letto da solo, farebbe gioire gli ottimisti, ma che da solo non basta a far gridare alla rinascita del mercato immobiliare.

Prezzi in calo. Infatti, basta guardare le quotazioni medie riportate sul sito della stessa Agenzia delle Entrate per osservare che in tutta la provincia c’è stato un calo del 5 per cento delle quotazioni al metro quadrato. Il calo è distribuito in maniera variegata sul territorio. A Rovereto, dove già le quotazioni erano ampiamente ai 2 mila euro al metro quadrato, c’è stato un calo più contenuto dell’1 per cento. In altri centri il calo varia dal 3 al 6 per cento. La quotazione media per il residenziale viene indicata, per tutta la provincia, in 2.313 euro al metro quadrato. Ovviamente, chi conosce bene la poesia di Trilussa sa che le medie elaborate su una platea così vasta non dicono molto. C’è sempre la casa che viene venduta a 5mila euro al metro quadrato e quella che passa di mano a 1.500 euro. Ma osservando i dati, si vede che nel dicembre 2016 laquotazione media a Trento, era di 2740 euro al metro quadrato nel dicembre 2016, mentre su base annua la quotazione media era scesa ampiamente sotto i 2.500 euro. Per la precisione, il sito Borsino Immobiliare dà una quotazione media di 2.404 euro al metro a Trento, mentre per Immobiliare.it la quotazione media è di 2.510 euro al metro. Questo dato, però, si riferisce alle richieste dei proprietari. In media, tra la richiesta e il prezzo effettivo di vendita c’è una differenza intorno all’11 per cento.

Mutui. Secondo i dati della Banca d’Italia in Trentino ci sono i mutui tra i più pesanti d’Italia con un importo medio di 142.934 euro. Quest’anno, poi, c’è stata una vera e propria impennata con un aumento del 55 per cento dei mutui casa. Questo è dovuto al netto calo dei tassi che hanno raggiunto la quota dell’1 per cento. In alcuni casi scendono anche sotto questo tasso. Per questo, come si può ben calcolare, nella maggiorparte non si tratta di nuovi mutui, ma di surroghe. In altre parole, molti trentini hanno approfittato dei tassi bassi e hanno contratto nuovi mutui con le banche che offrivano le condizioni migliori. Se l’aumento delle compravendite è del 18,49 per cento, come calcolato dall’Agenzia delle Entrate, si può vedere che le surroghe sono più del 36 per cento. Questo a dimostrazione del fatto che la ripresa è ancora contenuta. Che questa ripresa sia dovuta soprattutto al mercato dell’usato lo si deduce da un altro dato dell’Agenzia delle Entrate e della Fimaa, la più grande associazione degli agenti immobiliari in Trentino, ovvero dal fatto che solo il 5 per cento degli affari immobiliari riguarda immobili nuovi.

Edilizia in crisi. Da questo si deduce che le imprese soffrono. Non riescono a vendere immobili nuovi e, quindi, partono pochissimi nuovi cantieri. La crisi è confermata dai dati della Cassa edile che descrivono una realtà drammatica. Il numero degli operai edili è calato è calato dalle 10.200 unità del 2015 alle 9.500 del 2016 e le ore lavorate sono diminuite del 5 per cento. Senza opere pubbliche il settore è destinato a soffrire ancora.













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