Cariche e lacrimogeni al cantiere Tav

Disordini ieri mattina: l’annunciato assedio gioioso è presto diventato carico di tensione. Trivella occupata per 10 ore



TRENTO. Doveva essere un assedio gioioso (la definizione è nell’annuncio degli attivisti) all'ingresso del cantiere per la costruzione del Tav alle Novaline di Mattarello. In oltre un centinaio si sono presentati di buon mattino all’appuntamento con il fine di presidiare i due accessi al cantiere per impedire l’accesso agli operai e quindi l’attività della trivella che serve per i sondaggi geognostici. Ma la parte gioiosa è durata poco. Con due diversi blocchi i manifestanti, fra i quali i no Tav di Mattarello e trenini in generale ma anche gli antagonisti con anarchici in prima fila. Un doppio fronte che alla fine ha permesso agli attivisti di raggiungere il loro scopo: ossia di aprire una breccia fra le forze dell’ordine presenti e arrivare all’interno del cantiere. Qui in due si sono issati sulla trivella mentre altri tre sono saliti sulla recinzione.

Sono stati momenti ad alta tensione durante i quali sono stati usati i lacrimogeni e ci sono stati contatti fisici fra i manifestanti e le forze dell’ordine. Momenti di grande concitazione cessati nel momento in cui gli attivisti sono riusciti nel loro intento che era quello di entrare nel cantiere e bloccare l’attività. E i due occupanti della trivella sono rimasti issati a qualche metro da terra quasi fino alle 18. Una volta scesi a terra hanno raggiunti gli altri No Tav a Mattarello per partecipare ad un’assemblea pubblica e al volantinaggio informativo in vista della manifestazione di sabato prossimo a Trento. Probabili denunce per invasioni di terreno e resistenza a pubblico ufficiale.

Quella di ieri era stata annunciata dai No Tav come un assedio gioioso alle Novaline. «Chi abita in questa zona - spiegano Coordinamentotrentinonotav e Presidio permanente Acquaviva e resistente - non sono stati né informati né hanno ricevuto notizie su quanto dureranno i lavori. Assieme al macchinario è presente un imponente schieramento di polizia. Tutto ciò avviene nel silenzio totale della Provincia, evidentemente accondiscendente e sostenitrice della grande opera. Mobilitiamoci assieme contro l'arroganza di chi vuole imporre un'infrastruttura inutile per il futuro di questa valle e non solo. Facciamolo assieme, percorrendo le strade assieme, confrontandoci assieme». Poi l’assedio gioioso ha preso una strada diversa con i disordini, le cariche e i lacrimogeni ed è diventata l’occupazione - la numero 2 - della trivella.

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