TRENTO. Dopo 150 anni di storia, la scuola materna delle Canossiane in Largo Porta Nuova rischia di chiudere entro il giugno del 2013. Genitori ed insegnanti non sono stati a guardare e hanno promosso una raccolta firme per salvare questo ente educativo di alto valore. Sono già un migliaio le firme raccolte in questi giorni, da parte di mamme, papà, conoscenti, persone che hanno frequentato questa scuola in passato e tante maestre. L'appello è anche sul web con un blog tenuto dal Comitato sostenitori Scuola infanzia Canossiane. «Abbiamo notato tanta solidarietà da parte dei trentini - racconta la maestra Angelica Siragna - per il momento abbiamo 600 firme, ma ce ne sono in giro altre quattrocento. Si può dire che sfioriamo le mille. Hanno firmato anche persone che in passato hanno frequentato questa scuola. Ad esempio, una signora di 80 anni che un tempo andava a scuola alle Canossiane». La mobilitazione per salvare la scuola ha preso il via quando le suore hanno comunicato al Consiglio direttivo dell'ente che con il 30 giugno 2013 «non potranno più garantire gli spazi per l'attuale scuola materna».

In parole povere: se non si troveranno urgentemente soluzioni alternative la scuola materna delle Canossiane dovrà chiudere, privando la città di un ente educativo di alto valore, riconosciuto e apprezzato dall'intera collettività. Per scongiurare questa evenienza i genitori dei bambini hanno costituito un comitato aperto a tutta la cittadinanza, per sensibilizzare le istituzioni e l'opinione pubblica e cercare i modi più efficaci per salvare la scuola materna, nella consapevolezza che, perdere anche una sola scuola, significa impoverire l'offerta educativa e formativa cittadina.

Come primo atto è stato stilato un documento (che si può leggere sul blog) con le motivazioni dei genitori. Tale documento è già stato inviato agli amministratori comunale e provinciali e può essere sottoscritto da chiunque. La scuola dell'infanzia Virginia De Panizza, conosciuta da tutti come l'asilo delle Canossiane, risale a 150 anni fa.

Perdere le Canossiane, si legge nel documento, «non rappresenterebbe soltanto la perdita di un servizio, bensì la perdita di un pezzo rilevante della memoria di una cultura intorno all'infanzia consolidata nella nostra città"».