Campiglio è in lutto per Renato Valentini

MADONNA DI CAMPIGLIO. Avrebbe spento 70 candeline il prossimo ottobre, ma un brutto male, che lo martoriava da lungo tempo, se lo è portato via ieri notte all’ospedale di Tione, lasciando Madonna di...


di Elena Baiguera Beltrami


MADONNA DI CAMPIGLIO. Avrebbe spento 70 candeline il prossimo ottobre, ma un brutto male, che lo martoriava da lungo tempo, se lo è portato via ieri notte all’ospedale di Tione, lasciando Madonna di Campiglio orfana non solo di un grande campione dello sci, di una guida alpina, di un allenatore, ma di una persona sincera, piena di entusiasmi e di slanci.

Renato Valentini era nato a Javrè nel 1946, a 18 anni è già sulle piste più impegnative del mondo a difendere i colori azzurri e rimarrà sulla breccia fino al 1970. L’agonismo era la febbre che in quegli anni accendeva molti atleti campigliani, da Claudio Detassis a Franco Vidi, Michele Stefani e più tardi Mauro Maffei, Wilma Gatta. Valentini era quel che si dice un discesista con le ali ai piedi, la discesa libera era la sua specialità, ma si difendeva bene anche in gigante ed in slalom, tanto da ottenere ottimi punteggi nella combinata.Nella sua intensa carriera agonistica ha vinto cinque titoli italiani juniores ed un europeo. Nel 1968 a Garmisch ha conquistato il “Trofeo delle 5 Nazioni”, precedendo di un centesimo al traguardo un mostro sacro come Jean Claude Killy ed è stato componente della pattuglia azzurra ai giochi olimpici di Grenoble nel 1968. Quattro le partecipazioni alla 3Tre, dove il miglior risultato lo ottiene nel 1965: quarto in combinata e in libera, settimo in gigante e decimo in slalom. Quell’anno fu tra i favoriti alla vittoria finale in libera, ma partiva con il pettorale n°1 e fu penalizzato dalla nevicata scesa durante la notte, che rese il tracciato molto più lento. Dopo gli anni dei grandi trionfi tra i pali, arrivarono le stagioni da allenatore all’interno del Comitato Trentino ed oggi sono moltissimi, i “ragazzi del secolo scorso” a ricordare quanta passione dedicava ad allenare ed accompagnare gli atleti in erba in giro per l’arco alpino a far gare.

Lo sci e la montagna sono sempre stati la sua vita, tanto che nel 1970-71 partecipò alla seconda spedizione patagonica di Cesare Maestri al Cerro Torre. Compaesani, turisti ed amici lo ricordano con immenso affetto dietro al bancone dell’Olimpionico, il negozio di articoli sportivi che gestiva insieme all’amico Franco Vidi, altro azzurro di sci di Madonna di Campiglio ed alla moglie Susi Antolini, attività dove è rimasto fino a qualche anno fa.

L’ultimo saluto di Madonna di Campiglio a Renato Valentini, oggi, alle 15 nella Chiesa di S. Maria Nuova.













Scuola & Ricerca

In primo piano