Caldo e poca neve, è allarme siccità

La Protezione civile monitora la situazione. Soffrono i Comuni in quota


Luca Marognoli


TRENTO. Siamo agli sgoccioli. Dopo un inverno senza neve e una primavera che sta scoppiando con temperature più alte della media, in Trentino l'acqua scarseggia. La situazione è tenuta sotto costante monitoraggio dalla Provincia, con in prima fila il servizio utilizzazione acque pubbliche e il geologico a fare indagini e la Protezione civile pronta a intervenire dove necessario. Due i punti deboli: i Comuni in quota, dove le sorgenti sono le prime a patire del mancato innevamento, e gli agricoltori, che vedono spuntare i boccioli in anticipo senza avere l'acqua per irrigare i campi. «La mancanza di precipitazioni nel periodo dicembre-marzo è stata del 40-50% in meno rispetto all'ordinario», dice Raffaele De Col, capo della Protezione civile.

«Non trattandosi però dei mesi più piovosi, basterebbero 4-5 giorni di pioggia per recuperare. Il problema reale è che non si prevedono precipitazioni. Le previsioni fino ai 5 giorni hanno un'attendibilità del 50%, poi la percentuale scende. Tuttavia non ci sono elementi che facciano presupporre che nei prossimi 10-15 giorni arrivi la pioggia». Allo stato attuale - dice De Col - è l'agricoltura a destare le maggiori preoccupazioni: «La ripresa vegetativa sfrutta i corsi d'acqua e non essendoci scioglimenti di neve la carenza si farà sentire in questo ambito. Si stanno valutando soluzioni come anticipare gli invasi dei bacini, che si effettuavano dopo le morbide, a fine aprile. Siamo quindi in anticipo di circa un mese».

Sul fronte dell'acqua potabile, c'è meno apprensione: «Rifornimenti idrici sono stati fatti solo in via precauzionale per non fare scendere l'acqua sotto i livelli di guardia nelle vasche di deposito degli acquedotti. Un'attività preventiva che svolgiamo da più di un mese». C'è anche un rischio incendi elevato, come hanno dimosrato i roghi dei giorni scorsi, ultimo dei quali nel bosco sopra la Toresela di Mezzolombardo. «La situazione è abbastanza generalizzata - dicono al Corpo permanente dei vigili del fuoco - perché le precipitazioni sono state scarse dappertutto. E' chiaro poi che ci possa essere il Comune favorito per questioni impiantistiche o geografiche». Gli episodi non sono stati di grande entità.

«Abbiamo avuto per lo più piccoli incendi, spesso di sterpaglie, dovuti al classico mozzicone gettato dal finestrino, e qualche intervento un po' più corposo ma comunque di dimensioni limitate e di più semplice spegnimento. Tutt'altra cosa è avvenuta nel Vicentino, dove un incendio di vaste proporzioni è andato avanti per giorni e si è reso necessario l'utilizzo anche di Canadair e di diversi elicotteri. Noi stessi abbiamo dato il nostro apporto con le autobotti». Per il rifornimento idrico dei Comuni gli interventi effettuati sono stati meno di una decina. «Le richieste che sono pervenute sono state evase. Non sono fortunatamente così frequenti. Evidentemente nelle falde è ancora presente dell'acqua, vuoi per il disgelo, vuoi perché la stagione non è avanzata».













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