Calcio Trento: Fattinger lancia l'ideadell'azionariato popolare

Un azionariato popolare per comperare il Trento Calcio. L’idea è dell’attuale presidente della società di via Sanseverino, Marco Fattinger (nella foto), che non fa mistero di un’attuale situazione economica non proprio rose e fiori



TRENTO. Un azionariato popolare per comperare il Trento Calcio. L’idea è dell’attuale presidente della società di via Sanseverino, Marco Fattinger, che non fa mistero di un’attuale situazione economica non proprio rose e fiori. La sua proposta è di un contributo mensile di 80 euro da riservare ad un migliaio di partner. Aziende o privati che diventerebbero soci del Trento: «Una squadra che a quel punto avrebbe una solida base di entrate per 800 mila euro all’anno e che sarebbe economicamente indipendente. La società sarebbe governata da un cda eletto dai soci».
«Il presidente? Una carica che non è mica detto, anzi, debba essere ancora in capo al sottoscritto» osserva l’imprenditore rivano.
A Fattinger in queste settimane saranno fischiate le orecchie. Il nuovo ds Montefameglio e l’allenatore Manfredini hanno confezionato una squadra che, vedendo le prime uscite contro compagini di serie A, appare in grado di fare una buona serie D. Ma le cose valide espresse sul campo non combaciano con una eguale serenità economica: «Sono solo. In questi due ultimi anni la società è stata interamente sulle mie spalle. Così non si può andare avanti. A parole in molti, non stiamo qui a ripetere cose dette e ridette, si sono detti interessati alla società ma al momento di concludere di sono tirati indietro. Attenzione io non fuggo: nel giro di un paio di mesi dovrei essere in grado di sistemare tutto ma certo non me la sento di impegnarmi su queste cifre per sempre».
Ma, obiettiamo, non sarà che la sua richiesta di un milione e 300 mila euro per vendere la società, ha spaventato i potenziali acquirenti? Fattinger ha la risposta pronta: «Ma quella era una provocazione. Volevo vedere - ribatte il presidente - se chi vantava interesse era poi disposto a trattare. Bluffavano tutti. Inutile girarci attorno grandi imprenditori che abbiano voglia di fare i mecenati non ce ne sono più. I tempi sono cambiati. L’ente pubblico nei nostri confronti, in quello della squadra del capoluogo, resta sordo e cieco, e mi chiedo il perché». Ecco allora l’idea di questo azionariato popolare: «Da studiare. Come si potrà poi graduare la visibilità di eventuali aziende, piccole o piccolissime, anche bar, che vogliamo partecipare a questo progetto, lo si deciderà. Credetemi io non voglio lasciare tutto di colpo, affidando il Trento al suo destino come è accaduto in questi anni. Ma una soluzione va trovata coinvolgendo chi alla squadra vuole bene sul serio. Non solo a parole» E il nodo ripescaggio in C2? «Si può ancora fare. A Roma chiedono prima la fidejussione, poi le carte. Noi diciamo il contrario. Ci dicano se si può fare. I soldi poi...».













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