Cafè de la Paix, nuova gestione giovane 

Quattro ragazzi di 25 anni provano a rilanciare il locale per la terza volta. Con musica, teatro, merende e una chiusura alle 22


di Paolo Piffer


TRENTO. È l’ennesimo tentativo. Il terzo dal 2012, l’anno d’avvio. Il Cafè de la Paix riapre venerdì 5 gennaio dopo alcuni mesi di stop. L’inizio della festa di inaugurazione è fissato alle 16, con buffet e musica. Nuova la gestione, affidata ai ragazzi dell’associazione Dulcamara che, come dice il nome della pianta, è un po’ dolce e un po’ amara, e pure velenosa, a dire il vero.

Non è mai stato un posto facile passaggio Osele, tra via Suffragio e piazza Mostra. Prima luogo degradato, poi riqualificato grazie alla presenza del locale (di proprietà Itea) sostenuto dal Forum Trentino per la pace come centro di socialità e aggregazione, quindi osteggiato dai residenti per via dei rumori e sottoposto a ripetute ordinanze sindacali che ne hanno limitato l’attività. Ora, un poker di ragazzi, tra i 25 e i 26 anni, Massimiliano Cadrobbi, Giacomo Matassoni, Simone Caldara e Gabriele Fadanelli ci (ri)prova.

Cadrobbi, presidente dell’associazione e che per un certo periodo è stato direttore artistico dell’Arsenale di via degli Orbi, è “ottimista”. “Diciamo che siamo dei sognatori con i piedi per terra”, riflette. Il Cafè de la Paix rimarrà un circolo Arci (per entrare si dovrà presentare la tessera, 8 euro) ma diverse sono le novità. Niente ristorazione. Piuttosto, diversi buffet con aperitivo e prodotti il più possibile del territorio, oltre al buon vino. Ma anche merende a base di torte e dolci. Non mancherà la musica, acustica, ma neanche i reading poetici, che vanno per la maggiore, laboratori teatrali e corsi. Ma la novità senz’altro più rilevante sarà l’orario di apertura, dal martedì alla domenica dalle 15 alle 22. In pratica la chiusura sarà due ore prima rispetto alla precedente gestione. Ma anche la mattina il locale rimarrà chiuso. “È un compromesso che abbiamo pattuito con l’Itea – riflette Cadrobbi – Adesso ci auguriamo che da parte dei residenti e delle istituzioni ci sia un minimo di comprensione e che questa esperienza possa ripartire. Anche perché, in questi mesi di chiusura, mentre stavamo lavorando per sistemare il locale, abbiamo notato che il passaggio si era nuovamente degradato… diciamo così. Penso che sia interesse di tutti poterlo far vivere al meglio con delle buone proposte”.

Cadrobbi sottolinea che sarà una ripartenza “in sordina”. Un po’ per vedere che aria tira, a questo proposito l’intenzione sarebbe quella di parlare con i residenti per spiegare il progetto, e poi, mano a mano, proporre un calendario di appuntamenti e incontri. Previste anche collaborazioni con le associazioni che da qualche tempo gestiscono la saletta dall’altra parte del vicolo che una volta era pertinenza del Cafè. E non è escluso che, in estate, possano “spuntare” alcuni tavolini all’aperto. “Ci stiamo pensando – afferma Cadrobbi – Ma intanto partiamo e vediamo come va. Noi ci mettiamo in gioco per un progetto condiviso. Può funzionare”.













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