il caso

Cadine, inseguito da un orso scappa in bicicletta

Incontro ravvicinato in cima al Sorasass per Diego Cintura: «Erano in due, uno mi è venuto contro: io andavo ai 30 all’ora, ma anche lui»



TRENTO. Una discesa a rotta di collo in sella alla sua mountain bike con l’orso alle costole. «E io quella discesa la faccio ai 30 all’ora, ma l’orso era sempre lì, attaccato al mio sellino». Diego Cintura è felice di raccontare il suo incontro ravvicinato con l’orso (anzi con due orsi) perché poterne parlare e sorridere significa che il pericolo è scampato. Un «a tu per tu» con i plantigradi avvenuto lunedì sera verso le 18.30 in cima al Sorasass, sopra Cadine «a tre chilometri di distanza - commenta Cintura - dal luogo dove l’orso aveva aggredito il mio amico Vladimir Molinari». Dunque, Cintura, che ha un’impresa di costruzioni, aveva finito di lavorare e lunedì, come del resto fa tutti i giorni, ha inforcato la sua mountain bike ed è partito. «Il giro che faccio è quasi sempre lo stesso - racconta - arrivo fino in cima al Sorasass dove c’è una piazzola. Lì mi fermo, metto la giacca antivento, bevo qualcosa e poi torno a casa». Un tran tran che ieri è cambiato a causa di un incontro non voluto. «Ho tagliato l’ultimo tornante - spiega - facendo una scorciatoia e quindi sono arrivato sulla piazzola che indica la fine della salita con un po’ di sprint. Stavo per scendere dalla bici quando ho visto due orsi a cinque metri da me. Uno molto grosso, l’altro più piccolo ma non era un cucciolo».

Una botta di adrenalina e di paura ha spinto Cintura a risalire il sella e iniziare a pedalare perché l’orso più grande si stava avvicinando. «Forse il fatto di essere arrivato sulla piazzola con un po’ di velocità, è stato letto dagli animali come un tentativo di aggressione. Comunque quello grosso si stava avvicinando e io ho iniziato a pedalare lungo una strada bianca. Lì io vado ai 30 all’ora, lo so per certo e l’animale era lì a pochi centimetri dal sellino. Allora ho preso una stradina molto ripida ma che conoscono molto bene. E il mio pensiero era solo “spero di non cadere” perché l’orso era sempre lì». Un inseguimento durato per un altro centinaio di metri fino a quando, girandosi un secondo per controllare la situazione, Cintura ha visto che era solo. «Ma non mi sono fermato per vedere dove era finito l’orso. Ho continuato a pedalare fino a quando non sono arrivato a casa. E solo lì mi sono sentito fuori pericolo». La sua famiglia (moglie e tre figli) è stata la prima ad ascoltare la sua storia. Con uno dei figli che gli ha chiesto se avesse fatto una foto dell’orso. I secondi sono stati gli agenti della forestale della zona. «Quando Vladimir è stato aggredito, un anno fa - spiega Cintura - per tre giorni avevo smesso di andare in quella zona. Poi mi sono informato e ho ricominciato. E adesso? Oggi non ci vado ma penso che sì, tornerò anche se prima devo pensarci molto bene».

E ieri la Provincia ha anche rammentato le regole per gli incontri con l’orso: non attirare l’orso, non lasciare mai cibo, in caso di avvistamento a distanza, non avvicinarsi, in caso di incontro ravvicinato, non correre o muoversi con concitazione, allontanarsi lentamente, segnalare per tempo la propria presenza facendo del rumore o parlando ad alta voce, tenere i cani al guinzaglio, comunicare eventuali segni di presenza chiamando il 335/7705966, per le emergenze chiamare il 115. (m.d.)













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