Cade sulla pista nera e muore 

La tragedia a Pampeago. Massimiliano Cova, 39 anni di Parma, è stato trovato senza vita dalla fidanzata in fondo alla pista “Allenamento” L’uomo portava il casco ma la protezione non gli ha salvato la vita. Inutili i tentativi di rianimazione della polizia e dei sanitari del 118 



Trento. Sono stati inutili i tentativi di rianimazione, quelli dei poliziotti prima e quelli dei sanitari poi. Il cuore di Massimiliano Cova, 39enne parmense, ha smesso per sempre di battere in fondo alla pista “Allenamento” la nera a Pampeago. Una caduta con gli sci che è stata fatale per l’uomo che si era regalato qualche giorno di vacanza sulle neve assieme alla fidanzata e ai famigliari. Quale sia stata la causa della morte lo dirà l’esame del corpo, ma dopo i rilievi effettuati in pista dalla pattuglia sugli sci della polizia, sembra possibile escludere la collisione con altri sciatori o contro degli ostacoli fissi.

L’allarme

La disperata richiesta d’aiuto è arrivata alla centrale unica dell’emergenza poco dopo le 11.30 di ieri mattina. In poco più di un minuto accanto all’uomo, ai piedi del muro della nera “Allenamento” c’era la motoslitta della polizia e quindi l’elisoccorso con i sanitari. Una corsa contro il tempo che è stata, purtroppo, persa. Il massaggio cardiaco, le manovre di rianimazione, tutto è stato inutile per strappare alla morte il 39enne. E al medico non è rimasto altro da fare che dichiarare il decesso. Il corpo di Massimiliano Cova è stato quindi portato all'ospedale di Cavalese dove è stato fatto un primo esame. In attesa di capire se la procura vorrà fare o meno l’esame autoptico per chiarire quali siano state le cause dell’incidente mortale.

In pista con la famiglia

In base ad una prima ricostruzione, Cova stava sciando in compagnia della sorella, della fidanzate e del padre di quest’ultima. Il gruppo aveva usato gli impianti dell’Agnello per salire in quota e poi avevano iniziato la discesa. Il gruppo, ad un certo punto, si è sfaldato con Cova che avrebbe iniziato da solo la discesa della pista nera. Cosa sia successo non è possibile saperlo al momento con certezza, perché non ci sono testimoni del fatto. Quando in cima al muro è arrivata la compagna dell’uomo, lo ha visto una settantina di metri a valle, immobile. E ha chiesto aiuto. L’ipotesi è che il 39enne (forse a causa di un malore) sia caduto nella parte iniziale del muro precipitando quindi per una settantina di metri e sbattendo con violenza la testa. Aveva il casco di protezione allacciato, ma la forza dell’urto lo ha staccato ed è stato trovato in centro alla pista, a qualche metro di distanza dal corpo dell’uomo. La ricostruzione di quanto è successo porta ad escludere che sia stato il coinvolgimento di una terza persona e che l’uomo abbia sbattuto contro un ostacolo e sia quindi cauto. Pare invece, come detto, che sia caduto e che non sia più riuscito a recuperare, cadendo verso valle senza alcuna possibilità di fermarsi e di evitare il tragico epilogo.

La pista

L’ “Allenamento” è stata immediatamente chiusa per permettere l’intervento in assoluta sicurezza dei soccorritori. Ed è rimasta chiusa anche nelle ore successive, quelle necessarie agli agenti per raccogliere tutti gli elementi che possano essere utili per una ricostruzione esatta di quello che era successo, ma al momento non c’è notizia di un sequestro da parte della procura che è stata subito avvertita di quello che era accaduto e dei successivi rilievi. Quello di ieri mattina è stato il primo incidente mortale sulle piste del Trentino da quando è stata inaugurata la stagione 2019-2020.













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