C'è la crisi, boom degli orti comunali

Le aree non bastano a soddisfare le richieste: si allunga la lista di attesa



ROVERETO. Un po' per la crisi e per i prezzi della verdura; un po' perché lavorare all'aria aperta fa bene. Se poi si può socializzare, allora... "Dateci più orti". Questa è la richiesta dell'associazione Pensione Viva, che gestisce gli orti comunali e che ha una lista di attesa per le persone che vorrebbero prendere in "affitto" un orto.

E così Pensione Viva ha chiesto di ampliare la nuova area alla Baldresca.  Di questo fermento se ne sono accorti in Comune, con un sensibile aumento di richieste di informazioni per gli orti comunali. Qui va subito precisato che le richieste non vanno fatte agli uffici comunali, bensì direttamente a Pensione Viva, a cui da tempo l'amministrazione ha delegato la gestione di questo settore. Una cosa è però certa: gli orti di proprietà comunale (sono un'ottantina di lotti) non bastano più a soddisfare le richieste.  Attualmente gli orti messi a disposizione dal Comune ai cittadini sono divisi in due aree (gli orti di via Ronchi, avviati da più di vent'anni, e gli spazi più ridotti e recenti alla Baldresca) e sono dati in affidamento all'associazione Pensione Viva, che li dà in affitto ai soci che ne faccian richiesta (la quota annuale, di venti euro, è puramente simbolica).

«Facciamo una graduatoria - spiega la presidente di Pensione Viva, Maria Ida Robol - semplicemente in base alla data di richiesta. Abbiamo quasi 80 ortolani, ma ci sono almeno una ventina di persone in attesa». E la lista è destinata a crescere, soprattutto in vista dell'imminente ritorno della bella stagione.

Una volta ottenuto l'orto, si ha diritto a coltivarlo per dieci anni, con possibilità di prolungare il periodo. Gli ortolani sono tutti di una certa età, e ogni lotto viene numerato e seguito dal singolo socio. L'organizzazione degli orti comunali data da Pensione Viva è precisa: esistono due responsabili del settore all'interno del direttivo dell'associazione, e gli stessi ortolani sono chiamati ad eleggere i loro rappresentanti (capo ortolano e vicecapo ortolano). Questo per garantire il rispetto delle regole ed il rispetto reciproco.

In realtà, visto anche l'età degli stessi ortolani affittuari, difficilmente il singolo rimane sul suo lotto per tutti i dieci anni, e il singolo lascia l'orto prima. Tuttavia il ricambio è lento. «Quest'anno abbiamo avuto due o tre subentri, non di più», spiega la presidente. Per questo Pensione Viva ha fatto richiesta al Comune per estendere l'area alla Baldresca, ampliandola al lotto a fianco. «Si tratta di un servizio importante e richiesto - spiega Robol - e la causa dell'aumento di richieste non è solo data dalla crisi economica. C'è anche questo - l'aumento dei prezzi della verdura e non solo lo vediamo tutti - ma c'è anche la voglia di tenersi attivi. E poi - conclude - questi orti diventano una nuova occasione di socialità».













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