l'opera

Bypass ferroviario, il Tar non decide. Il ricorso passa ai giudici del Lazio

Forse prima di Natale la decisione sulla circonvallazione che attraverserà i terreni contaminati di Trento Nord



TRENTO. Il Tar di Trento passa la palla a quello del Lazio. Nel caso delle contestazioni mosse da 23 cittadini del capoluogo saranno i giudici romani a decidere.

Sul tavolo dei magistrati del Tribunale amministrativo regionale ci sono tutte le contestazioni mosse dagli avvocati Fabrizio Lofoco e Giacomo Sgobba. Con ordinanza motivata i giudici trentini hanno comunicato che la competenza è di colleghi del centro Italia, poiché il tunnel i base del Brennero è fra le opere strategiche (oggetto di finanziamento del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e con il Pnrr).

Delusione per il movimento No Tav e per la Rete dei Cittadini che il 17 dicembre saranno in piazza - sotto le finestre degli uffici del governatore Maurizio Fugatti e del sindaco Franco Ianeselli, per manifestare contro il progettato bypass ferroviario (14 km di attraversamento da Trento Nord a Mattarello, di cui 11 in galleria). Chi si oppone alla circonvallazione ferroviaria sperava in una prima vittoria davanti ai giudici del Tar. Poi c’è la giustizia ordinaria: in gennaio gli avvocati Vanni Ceola e Marco Cianci hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica per il rischio di disastro ambientale nei terreni ex Sloi e Carbochimica di Trento Nord.

«Aspettiamo di vedere cosa accade - commenta Marco Cianci, legale e attivista No Tav - Sicuramente i giudici romani guarderanno con occhi più distanti le problematiche legate agli equilibri ambientali delle aree inquinate di Trento Nord e della Marzola e delle sue frane. Io l’avevo detto che esisteva il rischio di vedere il caso trasferito da Trento a Roma». Questo - chiediamo - comporterà dei ritardi importanti nella decisione? «Pensiamo di no. La sentenza dovrebbe arrivare prima di Natale o, al più tardi, dopo l’Epifania».

L’avvocato spiega che l'ordinanza non si pronuncia su nessuna delle questioni di legittimità e di merito relative alle pesanti ricadute ambientali dell'opera.

Si tratta di una pronuncia solo sulla competenza del tribunale che viene ravvisata nel Tribunale regionale di giustizia amministrativa del Lazio. «Il collegio giudicante di Trento nega la sua competenza sulla base di un riferimento stringatissimo che nella legge obiettivo del 2001 il Cipe faceva al Tunnel del Brennero e alla sua "tratta di adduzione" quali opere strategiche sul piano nazionale». Cianci ci tiene però a precisare che nel 2001 non esisteva nemmeno una divisione in lotti dell'opera. Non si parlava di circonvallazione di Trento. Solo nel 2003 verrà presentato un progetto di circonvallazione in destra Adige, poi scartato dallo stesso Cipe che non si pronuncerà mai più sulla circonvallazione di Trento. «Mentre a noi è chiaro che la vera fonte dell'intervento del progetto presentato l'anno scorso è nel Pnrr e non nella legge del 2001. Comunque sia il giudice compensa le spese, sottolineando la novità e la peculiarità della fattispecie».

È chiaro che sarà una sfida per gli avvocati Lofoco e Sgobba far comprendere al Tribunale di Roma la delicatezza di questioni che caratterizzano fortemente un territorio lontano come quello di Trento, come la questione delle aree inquinate di Trento Nord, o la Paleofrana della Marzola.

In ogni caso l'udienza a Roma non potrà essere fissata troppo in là. «Anche per questo motivo per noi assume ancora più importanza rilanciare sulla mobilitazione con l'appuntamento del corteo del 17 dicembre a Trento con partenza dalle Albere e arrivo nei quartieri a Nord più colpiti dal progetto. Sappiamo infatti che solo la forza di un movimento ampio ed eterogeneo potrà fermare il disastro annunciato della circonvallazione ferroviaria».

Cantiere colossale, quello che si vuole aprire nella città capoluogo e che, stando alle dichiarazioni, dovrebbe chiudersi nel 2026, intoppi ambientali permettendo. Parliamo di un investimento complessivo di quasi un miliardo e 300 milioni di euro, per realizzare uno dei tratti del potenziamento del corridoio europeo del Brennero che favorirà lo spostamento delle merci dalla gomma alla rotaia.

Ci sono persone che si sono mobilitate perché temono ripercussioni importanti sulla qualità dell’ambiente e di conseguenza della salute. Altre si sono mosse perché le loro abitazioni saranno abbattute. Mercoledì scorso abbiamo pubblicato la storia di Carlo Bertoldi, che a Mattarello vedrà i suoi vitigni distrutti e sostituiti dalla galleria a doppia canna.

A.TOM.

 













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