Bracconaggio, il capriolo agli anziani

L'animale ucciso da un colpo di fucile finirà nella mensa di una Rsa nel perginese



TRENTO. Il capriolo era stato colpito da un colpo di fucile sparato da un bracconiere. Ferito, l'animale era riuscito a portarsi nel bosco e il cacciatore di frodo ha così dovuto rinunciare alla preda. Una lunga agonia quella dell'animale che è stato trovato domenica 7 agosto sopra Centa San Nicolò. Un'agonia che lo ha portato alla morte visto che quando sono arrivati i forestali per lui non c'era nulla da fare. Ed è stato così che il capriolo si è trasformato da animale del bosco in oggetto di sequestro. E a breve diventerà la portata principale per una casa di riposo. O per un'associazione con fini benefici.

Questa storia inizia, come detto una decina di giorni fa quando un'escursionista si imbatte, per caso, nell'animale morente nei boschi sopra le frazioni di Centa. Chiama la forestale e intervengono gli uomini della stazione di Lavarone che non posso fare nulla per l'ungulato. Le ragioni della morte emergono chiare visto il segno lasciato dal colpo di fucile che è stato sparato contro l'animale. Iniziano le verifiche per cercare di risalire al bracconiere e intanto la carcassa viene sequestrata e riposta nelle celle frigorifere della stazione forestale di Pergine. Gli atti vengono anche inviati in procura. Impossibile risalire a chi ha sparato il colpo. Non ci sono segnalazioni e, come è facile immaginare, nessuno si fa avanti per rivendicare il colpo di frodo.

A questo punto il procuratore capo reggente Giuseppe De Benedetto, chiede l'archiviazione del fascicolo sul bracconaggio aggiungendo la possibilità di utilizzare la carne dell'animale (una trentina di chili) per regalare un pranzo diverso agli ospiti di una casa di riposo e ad un'associazione che si occupi di beneficenza. A stretto giro di posta è arrivata la risposta del gip che ha approvato sia la richiesta di archiviazione che quella di utilizzo della carne.

Questione di giorni, dunque, è verranno individuati i destinatari del particolare «oggetto del sequestro» che saranno o a Lavarone (dove ha sede la squadra di forestale che è intervenuta sul posto e che si è occupata del recupero dell'animale) o a Pergine (dove la carne è stata sequestrata).

Non è la prima volta che un animale ucciso al di fuori della stagione venatoria o comunque al di fuori delle regole, viene donato a case di riposo o associazione. La carcassa andrebbe comunque distrutta e quindi il fatto di trasformarla in un pranzo particolare, può diventare un modo per trasformare un reato in un momento di socializzazione.













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