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Borse di studio, è caos: il bando è ancora sospeso

Dopo mesi di stop nessuna decisione dal tavolo di lavoro ateneo-Provincia Intanto le domande di giovani trentini iscritti fuori sede si moltiplicano



TRENTO. Sul sito perilmiofuturogiovani.tn.it la scritta campeggia ormai da mesi: “Bando sospeso in attesa di definizione di nuova procedura. Possono essere presentate al competente ufficio solo le domande di rinnovo”. E visto che il tempo passa inesorabile, tutto lascia prevedere che la sospensione si sia irrimediabilmente tramutata in qualcosa di definitivo. Cioè in un’abrogazione, causa il venir meno delle linee di finanziamento.

Si tratta del “Bando 5B - Orientare e sostenere giovani con particolare interesse ed impegno verso percorsi di eccellenza. Formazione scolastica universitaria”: questa la dicitura burocratica con cui la Provincia, ormai da quattro anni, integrava le misure relative al diritto allo studio, nell’ambito del Fondo giovani amministrato dalla Presidenza. In soldoni, sostegni di circa 5 mila euro annui a giovani particolarmente meritevoli (almeno 93/100 alla maturità), benché le maglie (cioè le condizioni economiche familiari richieste) fossero tutto sommato sufficientemente larghe per consentire l’accesso all’intero ceto medio. E infatti ogni anno erano circa 500 le richieste soddisfatte dall’Opera Universitaria: complessivamente 1.559 dal 2010-2011, 488 delle quali solo lo scorso anno accademico.

Per un impegno finanziario, a regime, suppergiù di 2 milioni e mezzo di euro all’anno, visto che la richiesta presentata dopo l’iscrizione al primo anno di ateneo poteva essere rinnovata anche negli anni successivi. Richiesta che poteva essere presentata sia per studi universitari a Trento che fuori provincia, con borse di studio di importo non troppo diverso l’una dall’altra. La ratio della misura stava nella volontà di sostenere in generale gli studi universitari dei giovani trentini, temendo un calo delle iscrizioni. Di fatto, le borse di studio sono invece servite a rendere più facili le cose a chi a un corso universitario si sarebbe comunque iscritto. Senza troppo sottilizzare se a beneficiarne fosse un giovane residente in via Verdi iscritto a Sociologia oppure uno solandro fuori sede a Bologna.

Ecco, tutto quello che avete letto ora non c’è più. O meglio: tecnicamente tutto è sospeso. Ma di fatto non sembra esserci più il tempo per sbloccare la situazione. La vicenda era già emersa nei mesi scorsi: in particolare lo scorso 21 giugno, quando il Trentino se ne occupò con un primo articolo sulla base di segnalazioni pervenute in relazione allo stop al finanziamento dei prestiti d’onore.

Ma ora che si avvicina l’inizio dell’anno accademico 2014-2015, la questione si ripropone. E infatti proprio in questi giorni si moltiplicano i casi di studenti, ovviamente in possesso dei requisiti richiesti, che però scoprono che gli aiuti di cui magari avevano potuto usufruire i loro fratelli maggiori o qualche amico, non ci sono più. Non solo: gli uffici competenti, di fronte alla richiesta di chiarimenti circa i termini della sospensione indicata sul sito, fanno capire che la situazione è ormai definitiva.

Eppure la scorsa primavera, in sede di assestamento di bilancio, una norma della finanziaria prescriveva una rapida revisione della disciplina del diritto allo studio. E il tavolo di lavoro che coinvolge Provincia e Università sul tema in teoria sarebbe ancora in funzione. Ma ad oggi nulla è emerso: nulla almeno che possa far pensare che quella sospensione possa essere superata. Mentre i tempi stringono: il bando dello scorso anno, per dire, fissava i termini di presentazione della domanda tra l’1 e il 31 ottobre.













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