Boom di aziende cinesi in Trentino

Crescita a livello regionale del 19,4% in un anno: è record nazionale


Alessandro Maranesi


TRENTO. Economia stagnante se non a rischio recessione. Ma non per tutti: mentre infatti molti imprenditori trentini arrancano i cinesi nella nostra provincia non sentono nessuna difficoltà. Anzi, crescono più di quelli di qualsiasi altra regione italiana: il numero di imprenditori cinesi in regione è aumentata infatti in un anno del 19,4%, contro una media nazionale dell'8,5%. Certo, si dirà, le cifre assolute sono ancora piccole.

Secondo gli ultimi dati disponibili elaborati dalla Cgia di Mestre, infatti, le imprese cinesi in regione sono 446. Di queste, circa la metà hanno sede nella nostra provincia. Forti nel tessile, della ristorazione e del commercio negli articoli di merceria, negli ultimi anni hanno costruito piccole potenze economiche in altri settori peculiari, come quello delle parrucchiere e delle estetiste, appannaggio soprattutto delle donne. Ma in Trentino hanno avuto successo soprattutto in un ramo speciale del mondo edile.

Basta infatti mettersi a spulciare tra i dati messi a disposizione dal servizio artigianato della Provincia per scoprire che le aziende del settore porfido sono 17, quelle della lavorazione 4 e 13 quelle della posa in opera. Insomma, mentre si fa un gran litigare sulla concessione delle cave i cinesi si scavano in questo settore tradizionale una nicchia, forti di una competenza che, secondo esperti come Nicoletta Bressan, ricercatrice dell'Università di Trento, è dovuta al fatto che la maggior parte dei cinesi che arrivano in Italia sono originari della zona del Chimpien, nel Sud-Est della Cina.

Proprio lì esistono cave importanti e da lì, quindi, arrivano esperti scalpellini. I quali, quando mettono su imprese generalmente hanno come dipendenti cittadini della loro stessa nazionalità, forti anche dello spirito di guanxì, indissolubili reti di sostegno fra parenti. Ma è in un altro settore che si sta compiendo la rivoluzione anche in Trentino: quello dei parrucchieri. E per vederlo bisogna andare in via Perini dove la giovanissima Hu Pingping, giovane imprenditrice di 22 anni, ha aperto nel giro di cinque mesi due negozi (l'altro è in via Brennero) andando a contribuire al più 19,4% indicato dagli Artigiani di Mestre. Con quattro dipendenti italiani.

E stupisce vedere nel loro sito Internet che il link a una pagina "lavora con noi". E un viavai di clienti italiani al negozio da far impallidire: «All'inizio sono un po'sospettosi - confida -. Temono usiamo prodotti cinesi, ma poi, una volta visto come lavoriamo tornano contenti». E i controlli? «Da quando abbiamo aperto a gennaio sono venuti i Vigili, i Carabinieri, i Nas, l'Ispettorato del lavoro, la Guardia di finanza». En plein, ma Hu Pingping (il cui padre è imprenditore proprio nel campo del porfido) ci tiene a precisare: «E' giusto sia così». Ma in tutta Trento i negozi cinesi si vanno moltiplicando, come in via Vittorio Veneto, ve n'è uno molto grande, e frequentato, di casalinghi. Pronto ad aprirne uno a fianco, altrettanto grande, di vestiti. E far valere ancor di più la potenza commerciale cinese. Anche a Trento.













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