Bonus sociale luce e gas: lo chiedono duemila famiglie

Bollette più leggere con l’agevolazione a redditi bassi e nuclei familiari numerosi. Nel 2013 in Trentino circa 2.100 richieste per l’elettricità e 1.800 per il metano


di Giuliano Lott


TRENTO. A guardare i numeri, non sembrano poi tanti se paragonati alla popolazione trentina. Ma per accedere al bonus sociale, in sostanza un aiuto pubblico per riuscire a pagare le bollette di elettricità e gas, i requisiti sono strettissimi. Il bonus viene erogato a chi non supera il reddito di 7500 euro l’anno, se single, o di 20 mila con quattro figli a carico. É per questo motivo che numeri in apparenza bassi rappresentano una significativa soglia della povertà in Trentino.

Il Consorzio dei Comuni ha affidato ai Caf Acli l’incarico di seguire le pratiche per la richiesta del bonus sociale. «Per tutta la provincia - spiega Morena Facchini, responsabile dell’assistenza fiscale delle Acli - nel 2013 sono state compilate circa 5 mila dichiarazioni Isee. Di queste, circa 2.100 sono le richieste di bonus sociale per l’elettricità e circa 1.800 per la bolletta del gas. Il numero più basso del bonus per il gas è dovuto al fatto che ne beneficia solo chi ha un’utenza di gas naturale, cioè metano. Chi, per esempio, utilizza gas propano liquido (Gpl) non può avere sconti». I numeri nella sostanza sono simili a quelli degli anni precedenti. Segno che malgrado la crisi non c’è stato un boom di richieste, ma anche che almeno duemila nuclei familiari trentini non sono nemmeno in grado di pagare le bollette di elettricità e gas, cioè le spese di base che qualsiasi persona non può eludere.

Le richieste formalizzate nei Caf Acli vengono poi girate ai comuni di residenza, per un ulteriore controllo. «Il nostro compito - racconta Michela Ferrari, del Comune di Trento - è solo quello di verificare la corrispondenza degli indirizzi di residenza e dei dati sul nucleo familiare. É un co ntrollo di tipo anagrafico che ci viene richiesto dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas come condizione necessaria per l’erogazione del bonus». Un lavoro supplettivo, per l’amministrazione comunale, che non viene riconosciuto in alcun modo, e che dà sul territorio comunale i seguenti risultati: «Nel 2013 - spiega Michela Ferrari - abbiamo processato 1.864 richieste di bonus per l’elettricità e 1.725 per il gas». Cifre che, sottratte al totale, danno la misura di una forte concentrazione della povertà nel capoluogo.

Lo sconto viene praticato sulla bolletta dal gestore del servizio, tranne nei casi di contatori cumulativi condominiali, dove l’utente “povero” deve comunque pagare la bolletta in base alla propria quota millesimale, ricevendo poi un assegno annuale, che salda così il bonus in un’unica soluzione.

Stando ai dati, emerge che quasi tutti coloro che si trovano in stato di bisogno - che cioè corrispondono ai bassi redditi necessari per ricevere lo sconto - fanno richiesta di bonus sociale. Un dato, questo, che ci differenzia dall’Alto Adige, dove il numero dei richiedenti (circa 600 famiglie) è molto inferiore rispetto agli aventi diritto. Facendo un calcolo molto approssimativo, si potrebbe dire che non meno di seimila persone in Trentino campano grazie alle agevolazioni concesse 7 anni fa dallo Stato con un decreto .

Chi sono i beneficiari del bonus? Molto spesso famiglie di origine straniera, numerose e indigenti. In minoranza invece gli italiani da generazioni. In generale, chi ha i requisiti per l’elettricità chiede il bonus anche per il gas: i due dati sono cioè quasi sovrapponibili, escludendo le utenze gas che non impiegano metano. L’informazione sul bonus sociale arriva tramite gli stessi Caf Acli. «Informiamo gli utenti della possibilità di accesso al bonus sociale, ma non gestiamo direttamente le domande». A quelle, per l’appunto, deve provvedere il consumatore. E gli importi? Anche questi sono dati stabiliti in maniera rigida dall’Autorità. Nel dettaglio, è circa il 20% della spesa annua presunta (calcolata per famiglia tipo e al netto delle imposte). Il valore dell'agevolazione varia a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare.

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