«Bondone, cambio di rotta e funivia fino in quota»

L’assessore Condini: «Il suo punto di forza è la vicinanza con la città, ma oggi il modello turistico basato solo sullo sci alpino è superato»


di Chiara Bert


TRENTO. Vason isola pedonale, come chiede l’avvocato Vasco Chilovi? Meno grandi parcheggi alle Viote, come vorrebbero gli ambientalisti? Fabiano Condini, assessore comunale alle attività economiche, è d’accordo. «Per il Bondone serve un cambio di rotta, non tutto quello che si è fatto in questi anni è da buttare ma non è nemmeno tutto da salvare».

Assessore Condini, gli operatori del Bondone sperano nella neve. E il Comune come guarda al futuro dopo le polemiche sulla ricapitalizzazione di Trento Funivie?

Tutti ci aggrappiamo alla speranza che quest’anno la neve arrivi e poi resti. Ma oltre all’incognita meteo, nel quadro generale vanno considerati altri due elementi: la crisi dei consumi che colpisce anche il settore del turismo e il calo strutturale dello sci alpino negli ultimi anni in Italia. Questo calo finora è stato compensato dagli arrivi dall’Est Europa, ma per il futuro del Bondone è evidente che occorre pensare anche ad altro.

Intende dire che il modello turistico si è basato troppo sullo sci alpino?

In un contesto di difficoltà tutti hanno reagito aumentando la competizione e il Bondone non ha retto, anzi ha perso punti. Ora è chiaro che se un futuro c’è, per il Bondone va trovata una collocazione che ne esalti i punti di forza. Tutti riconoscono che pur essendo una stazione sciistica piccola e non di alta quota, ha il vantaggio di essere vicina a una città di 116 mila abitanti che fornisce servizi e attrattive.

E per valorizzare questa vicinanza cosa serve?

Ridurre la distanza, ovvero costruire l’impianto di cui si parla ormai da molti anni.

Della grande funivia si parla da 25 anni ma i costi hanno sempre fermato l’opera. Oggi con la crisi è un investimento sostenibile?

Va visto nel contesto. Tutti sono d’accordo sul fatto che la funivia di Sardagna va cambiata. Probabilmente la soluzione, visto che questo intervento si farà, è guardare anche un po’ più in alto verso Vaneze e Vason. Non si parla di un impianto ex novo, ma di uno esistente che andrebbe rinnovato e allungato.

Intanto un bondonero come l’avvocato Chilovi ha proposto che Vason diventi in inverno un'isola pedonale, lasciando le auto più in basso. Un’utopia?

Ci si scontra ancora con il tabù che non si possono chiudere i valichi. Per me andrebbe superato. Certi investimenti del passato sulla mobilità sono stati fatti pensando ad un modello turistico diverso da quello che io auspico oggi. Si tratta di cambiare rotta, non tutto è da buttare ma non tutto è da salvare. Certi interventi sui parcheggi noi li abbiamo ereditati, frutto di un percorso condiviso. Detto questo, gli investimenti manterranno un’utilità anche in futuro, in un Bondone diverso e rinaturalizzato. Anche gli alberghi ristrutturati, seppur non risolutivi, sono stati un contributo alla riqualificazione. Cosa sarebbe oggi la montagna senza quegli interventi? Avremmo un’area tragicamente dismessa, con gli impianti chiusi.

Che peso avranno per il Bondone le Universiadi del 2013 ?

Sono importanti perchè se tutto va bene porteranno a rinnovare la Cordela-Montesel, ma soprattutto serviranno a rafforzare il connubio tra città, montagna, cultura, giovani.

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