Boeri: «È stato un Festival riuscito, con tanti giovani»

Il responsabile scientifico della kermesse traccia un primo, positivo, bilancio Laterza: «Tutte le sale erano piene. Sold out per gli eventi di cinema e teatro»


di Luca Pianesi


TRENTO. Possiamo dire che è stata un'edizione particolarmente riuscita con un numero altissimo di visitatori under 30». Il commento di Tito Boeri, responsabile scientifico del Festival, sulla quattro giorni trentina dedicata all'economia e alle “sovranità in conflitto” è molto positivo. «E' stata un'ottava edizione ricchissima – spiega il professore di economia della Bocconi ed editorialista de La Repubblica che ieri prima di dedicarsi all’ultima giornata di Festival si è concesso una biciclettata, direzione Bondone, con Francesco Moser e suo figlio, laureato alla Bocconi, Carlo - con ospiti molto importanti sia sul piano della risonanza internazionale che dell'influenza politica. Ma soprattutto sono stati molto importanti gli interventi che hanno direi dettato una linea: quella che bisogna impegnarsi tutti per completare il processo di integrazione in Europa, sul piano economico ma anche su quello sociale e politico; per esempio è risultato evidente che la Bce dovrà diventare qualcosa di diverso da quello che è oggi, qualcosa con maggiori poteri o con minori. L'unica certezza è che non si può restare fermi e che si devono prendere delle decisioni. A parer mio, è partito qualcosa di importante da Trento in questi quattro giorni, una discussione che lascerà il segno. Se poi questa ottava edizione sia piaciuta o meno non sta a me dirlo. Il giudizio spetta al pubblico e girando per le strade molte persone mi avvicinavano per ringraziarmi e commentavano molto positivamente la kermesse». Un Festival che ha visto una grande partecipazione di giovani. «A tutti gli eventi - aggiunge Boeri - c’erano moltissimi under 30. Segnale incoraggiante, questo, perché significa che sta crescendo, nelle nuove generazioni, la consapevolezza che in futuro le loro scelte e le loro decisioni saranno sempre più determinanti ». Soddisfatto anche l’editore Giuseppe Laterza: «Non abbiamo dati - commenta - ma la partecipazione è stata sicuramente molto superiore rispetto agli anni passati. Basti pensare che non c’è stata una sola manifestazione, un solo evento, che non avesse code all’esterno e problemi legati agli scarsi posti a sedere. E questo è accaduto anche per i relatori meno conosciuti al grande pubblico, quelli che non vanno in televisione. Abbiamo avuto il sold out per le serate di cinema, un grande successo per gli spettacoli teatrali nonostante fossero sempre in contemporanea con grandi eventi. Ed oltre il 50% del pubblico era composto da ragazzi di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Un segnale davvero molto confortante per Trento e per il nostro paese». Ed è stata molto positiva la reazione della città alla kermesse. «Per Trento è stata ancora una volta una grande vetrina - dice l’assessore alla cultura del Comune, Lucia Maestri - veicolo e volano per il Trentino sia sul piano turistico che per lo sviluppo dell’innovazione. Abbiamo, per esempio, visto quale risalto internazionale ha avuto il battesimo del premier Letta al progetto Tech Peaks di Trento Rise. Siamo riusciti a dimostrare che siamo un territorio che sa investire in innovazione e capitale umano e questo grazie anche alla cultura. Per quanto mi riguarda - conclude Maestri che è assessore alla cultura da quando è nato il Festival, dal 2005 - questa è stata l’edizione più bella e meglio riuscita, per due ragioni: perché ha mantenuto un carattere fortemente interdisciplinare, quindi s’è parlato non solo di economia ma anche di politica, storia, sociologia; e poi perché è stato il Festival dei diritti. Si è ragionato su un’Europa che deve certamente fare dei passi avanti dal punto di vista finanziario e della governance, ma anche, e soprattutto, sulla piano della condivisione e della socializzazione».

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