«Biomassa sì, ma a filiera corta»

Forti Seraglio, presidente di Stet: «Va progettata con ricadute occupazionali per il nostro territorio»


di Paolo Silvestri


PERGINE. S’è insediata da un paio di settimane. Lei è Manuela Forti Seraglio, nuova presidente di Stet spa, la società a capitale pubblico che si occupa di energia e acqua. Trentina, laureata in ingegneria dei materiali a Mesiano e una specializzazione in metallurgia. Soprattutto un’esperienza manageriale di 11 anni in una multinazionale con sede in Veneto. E sono stati proprio questi 11 anni vissuti da manager che hanno convinto il sindaco Oss Emer a nominarla per la presidente della Stet spa, la società della quale il Comune di Pergine è socio di maggioranza.

Presidente, è arrivata a questa carica quasi per caso.

«Infatti. Ero rientrata in Trentino da pochissimo tempo quando mi ha chiamato l’amico Massimo Negriolli, che ho scoperto nell’occasione, essere diventato assessore. Mancava un giorno solo alla chiusura del bando: ho inviato il curriculum. Poi la chiamata del sindaco, una mia riflessione ed eccomi qua».

Come ha trovato la Stet?

«Un’azienda in salute, con i conti a posto. Un grandissimo vantaggio questo per tutta la cittadinanza. E anche un team di lavoro molto interessante. Ho conosciuto anche lo staff di Amnu col quale ci sono incontri regolari».

Anche perché in vista c’è la fusione delle due società...

«E’ all'ordine del giorno, ma prima vanno sistemate alcune cose in Stet».

Ovvero?

«La priorità è trovare punti per migliorare le efficienze. A livello organizzativo manca un direttore generale. Il direttore serve per coordinare due settori di Stet: la “corporate” che si occupa di finanza e personale e l'”operating” che si occupa dei settori idrici, elettrico e sicurezza. Si dovrà intervenire con intelligenza ed efficienza. Ci siamo dati un anno per sistemare queste cose e gettare quindi le basi per la fusione delle due società».

All’esterno c’è la percezione di poco coordinamento negli interventi. Un esempio: Stet fa lavori ai sottoservizi, ma poi restano le buche. Banale forse ma la gente lo nota.

«Perché ci cammina sopra e inciampa. Il problema della mancanza di sincronia è reale. E’ necessario intervenire sulle procedure, sui protocolli. Non è una questione di lavorare ingessati, irrigidendo tutto, ma bisogna eliminare le zone grigie. Ognuno deve sapere cosa fare e come fare in ogni determinata situazione».

Come sono i rapporti con il Comune di Pergine?

«Ho la percezione che il cambio di gestione abbia portato una complessiva sensazione di ottimismo. Il sindaco mi dà l’idea di voler cambiare le regole puntando su numeri, competenze e risultati. E in questo mi riconosco visto che il mio motto è: guarda i risultati e guida con esempio».

E il progetto biomassa?

«Il progetto è molto valido se verrà progettato correttamente, puntando con decisione sulla filiera corta dando lavoro ai trentini. La biomassa va bene se ha ricadute sul territorio sia in termini occupazionali sia di know-how».

E il Pric, il Piano regolatore illuminazione comunale?

«Aspettiamo le decisioni del consiglio comunale che se ne occuperà a breve».













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