Biogas, 7 comandamenti per limitare ogni rischio

I sindaci delle Giudicarie Esteriori inviano un dettagliato documento a Dellai Chiedono regole più rigide e maggiori controlli a tutela di salute e territorio


di Graziano Riccadonna


GIUDICARIE ESTERIORI. «In una situazione tanto delicata come quella della nostra valle, il diffondersi di impianti aziendali con impianti di biogas crea un oggettivo problema di vivibilità».

Il grido d'allarme questa volta non proviene dalle associazioni ambientaliste o dal Cige, ma dai primi cittadini delle Esteriori. Infatti, i sindaci di Comano Terme, Bleggio Superiore, Stenico, San Lorenzo in Banale, Dorsino e Fiavé hanno inviato ai vertici della Provincia una lettera congiunta per sollevare un problema che ormai si pone come centrale e ineludibile: la compatibilità ambientale degli impianti di biogas con la popolazione.

La preoccupazione deriva dalla constatazione del diffondersi sul territorio dei loro comuni di iniziative imprenditoriali che prevedono la costruzione di nuovi impianti aziendali a trattamento dei reflui zootecnici con impianti di biogas. Per questo motivo i sei sindaci sollecitano provvedimenti urgenti della giunta provinciale per cercare di evitare danni irreparabili alla salute pubblica, all'ambiente e al paesaggio valligiano.

Sette sono, in buona sostanza, le richieste avanzate nella lettera urgente inviata a Lorenzo Dellai e alla giunta provinciale.

Con il primo punto i sindaci chiedono «che sia portato a termine il Piano agronomico per la valle quanto prima, affinché le nostre aziende agricole vengano gestite avendo cura di salvaguardare la sostenibilità ambientale».

Con il secondo quindi «che in fase di istruttoria la richiesta di impianti di biogas sia subordinata al parere preventivo del Comune interessato».

I sindaci ci quindi auspicano «il superamento di concetto di ”uso prevalente” del liquame per l'alimentazione del biodigestore per sostituirlo con il più controllabile valore in percentuale (vicino all'80 per cento), prevedendo un incentivo economico per chi alimenta l'impianto con liquami propri».

I firmatari della lettera quindi chiedono che «sai introdotta una politica provinciale che favorisca il rispetto del rapporto unità bovine/ettaro ora fissato a 2,8 Uba per ettaro».

Quindi «che venga previsto un controllo delle immissioni di prodotti nell'impianto di biogas da parte della Provincia» e quindi « che le aziende titolari di biogas siano obbligate ad effettuare, almeno due volte all'anno, delle analisi di controllo delle qualità del “digestato”». I sindaci infine domandano che ««siano fissati dei parametri per la coesistenza di impianti di biogas nello stesso ambito: distanze minime tra impianti, capacità e potenza prodotte».

Sette comandamenti ineludibili, presentati dai primi cittadini, con lo scopo di salvare ambiente e vivibilità nel territorio delle Esteriori. E, ovviamente, attendono una risposta da Dellai.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano