BIMBA TOLTA ALLA MADRE Insorgono gli antiabortisti Dellai: "Problema non di soldi"

Insorgono gli antiabortisti e molti politici del centrodestra. La Mussolini vuole convocate i magistrati in commissione parlamentare. Dellai: "Il problema non è di carattere economico, la Provincia in questi casi interviene sempre"



TRENTO. Diventa una caso nazionale la vicenda della donna trentina a cui è stata tolta la figlia, soprattutto dopo la sentenza del tribunale dei minori di Trento che ha dichiarato adottabile la bimba che le è stata sottratta al momento del parto.

La vicenda ha suscitato la mobilitazione degli antiabortisti e di molti politici del centrodestra. La presidente della Commissione Parlamentare per l'Infanzia, on. Alessandra Mussolini, intende ascoltare in sede istituzionale i magistrati che hanno emesso la sentenza, criticata anche dalla Lega per bocca di Maurizio Fugatti, da Isabella Bertolini del Pdl ("Se è vera è una vicenda disumana") e da Rocco Buttiglione dell'Udc. Anche il vescovo di San Marino, monsignor Luigi Negri, interviene sostenendo che "è stato compiuto un delitto".

Insorge anche il movimento per la vita "Nelle istituzioni e persino in tanti pubblici servizi, sembra affermarsi l'inconsapevole e paradossale tendenza a criminalizzare la maternita', quasi fosse, invece di un dono grandioso, un colpa o, nel migliore dei casi, una leggerezza", si legge in una nota.

"La vicenda appare quanto meno anomala in quanto è insolito che un collegio giudicante adotti decisioni sulla base di relazioni che richiederebbero ulteriori riflessioni", si spiega, "soprattutto alla luce della perizia del Ctu - cioè avviata dallo stesso Tribunale - che oltre a non aver registrato estremi di irrecuperabilità tali da negare le capacità di questa madre, ha prospettato la possibilità di una evoluzione positiva della vicenda.

Il Ctu si era dunque espresso favorevolmente ad una concessione del periodo di un anno nel quale la giovane madre, già oggi assistita da diverse realtà, avrebbe potuto sistemarsi anche professionalmente. "Viene quasi da pensare male", conclude la nota con implicito riferimento alla scarsa considerazione manifestata dai giudici per la decisione della donna di non abortire.

DELLAI: NON E' UN PROBLEMA ECONOMICO
. "Devo essere molto chiaro su di un punto: in Trentino nessuna famiglia è costretta a privarsi della tutela dei propri figli per ragioni economiche. Escludo dunque categoricamente per quanto nelle mie informazioni che il caso di cui si discute con tanto clamore in questi giorni, anche a livello nazionale, abbia una origine esclusivamente economica. Evidentemente la magistratura ha ravvisato la sussistenza di problemi di altro genere che non spetta ovviamente a me valutare e sindacare".

Lo ha detto il Governatore del Trentino, Lorenzo Dellai, intervenendo sulla vicenda della mamma privata della patria potestà della figlia da una sentenza del Tribunale dei minori di Trento. "Quello che spetta a me, in qualità di presidente della Provincia autonoma di Trento - ha aggiunto Dellai -, è di garantire che nessun cittadino, solo per questioni economiche sia privato in Trentino delle sue funzioni di genitore".

Il Governatore ha quindi accennato all'operatività sociale delle istituzioni a favore della famiglia. "Nel nostro territorio ci sono istituzioni pubbliche e realtà del mondo sociale, del mondo del volontariato e del mondo associazionistico estremamente diffuse e capillari: insieme, istituzioni e realta' sociali, stanno mettendo in campo ormai da anni misure concrete di sostegno alla famiglia e alla natalita'. Questa nostra volontà - ha concluso Dellai -viene ulteriormente rafforzata da una legge organica sulla famiglia e sulla natalità, che sarà discussa dal consiglio provinciale nelle prossime settimane".













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