Biblioteche, il bando da rifare manda in tilt il sistema trentino 

L’intero catalogo provinciale non viene rinnovato da due mesi Libri, ebook, riviste e audiolibri sono fermi negli scaffali


di Paolo Piffer


TRENTO. Il sistema bibliotecario trentino è in tilt. Il Catalogo bibliografico elettronico che permette la ricerca per titoli e contenuti non è aggiornato da oltre due mesi. Se non da alcune tra le maggiori biblioteche di Trento e Rovereto che in qualche modo si arrangiano. Gli appalti ad alcune cooperative che svolgevano il servizio sono scaduti e, nel frattempo, nuove norme europee stabiliscono che le prossime gare debbano essere a livello continentale. Da qui l’impasse. I nuovi libri, gli e-book, le riviste e gli audiolibri acquistati dalle oltre 150 biblioteche, pubbliche e private, sparse capillarmente sul territorio, molte delle quali piccole o piccolissime, ricche di un patrimonio di quasi 2 milioni di documenti, sono in pratica ancora negli scatoloni, ben sigillati e non finiscono sugli scaffali, o dove devono essere messi, a disposizione di lettori e ricercatori. Un situazione che rischia di protrarsi ancora per diversi mesi, se non oltre. “Siamo preoccupati – esordisce Rolando Iiriti, portavoce del coordinamento dei bibliotecari trentini – E’ un disservizio grave. Con le nuove regole, la previsione di una gara europea, la sua indizione, rischia di comportare tempi elefantiaci e intanto tutto è bloccato”. Un sistema, quello bibliotecario, invidiato da molti, intuizione degli anni Settanta, dell’allora assessore provinciale alla cultura Guido Lorenzi poi sviluppatosi e ampliatosi anche con il Catalogo elettronico. Iiriti riferisce che una soluzione in piazza Dante, all’ufficio per il sistema bibliotecario, quando governatore era ancora Ugo Rossi, era stata individuata. “Si pensava di incaricare del servizio 4-5 persone con un contratto co.co.co. oppure personale provinciale – afferma – ma poi tutto si è bloccato. Non ne abbiamo saputo più nulla. E intanto la situazione è peggiorata. Fino al blocco di questi mesi”. Dato che i problemi erano conosciuti da tempo, lo scorso Consiglio provinciale aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno, prima firmataria Lucia Maestri (Pd), ai primi di ottobre del 2017, nel quale si impegnava la giunta “a verificare la possibilità di dar vita ad uno specifico strumento giuridico coordinato per la gestione associata di servizi amministrativi a favore delle biblioteche”. Un documento che è rimasto lettera morta, inevaso e chiuso in qualche cassetto. “Se a tutto questo aggiungiamo – riflette Iiriti – che il software che regola il Catalogo elettronico, gestito da Informatica Trentina, è vecchio di una decina d’anni e spesso e volentieri fornisce dati non sempre attendibili, la situazione non è allegra. E’ già stata fatta la gara, alla quale ha partecipato un unico soggetto, ma non è stato ancora proclamato il vincitore. E’ la dirigenza del Servizio cultura che deve cercare di sbloccare la situazione”. Per il nuovo assessore alla cultura della giunta a trazione leghista la prima grana da affrontare è bella e pronta sul tavolo.













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