Bedollo, le statue dei santi sono tornate in chiesa

Le immagini di Santa Caterina e San Domenico erano state trafugate 34 anni fa Ieri pomeriggio la cerimonia della consegna al parroco da parte dei carabinieri


di Giannamaria Sanna


BEDOLLO. E’ stato scelto il giorno del patrono di Bedollo, S. Osvaldo per festeggiare con grande solennità la riconsegna delle due statuette lignee di S. Caterina e di S. Domenico rubate il 30 settembre 1978, assieme a quella non ancora ritrovata della Madonna del Rosario, proprio dalla chiesa dove ora sono ritornate. Don Giorgio Garbari, parroco di Bedollo, è stato veramente felice di recuperare le due preziose statue dalle mani dei rappresentanti il nucleo dei Carabinieri del Comando tutela del patrimonio di Venezia che le ha recuperate, di ringraziarli nel corso della messa con parole molto sentite come ha ringraziato Laura Dalprà, l’assessore Franco Panizza e l’Ufficio Arte Sacra della Diocesi che hanno contribuito al loro riconoscimento.

«In quegli anni - ha detto don Giorgio - le chiese erano alla mercé dei malintenzionati, non erano protette da sistemi di allarme né da video come oggi, e fu facile ai ladri entrare da una porta laterale, piuttosto nascosta, e andarsene indisturbati. Per fortuna già dagli anni ’70 si era creato un archivio fotografico dei beni situati nelle varie chiese della Diocesi di Trento e quindi, quando l’allora parroco don Bepi Lucianer denunciò il furto, fu più facile procedere a una ricerca mirata e alla successiva identificazione. Più facile, ma non semplice». Quasi 34 sono, infatti, trascorsi tra il furto e il suo ritrovamento avvenuto su una bancarella dell’antiquariato, da parte del nucleo dei Carabinieri di Venezia, dove venivano vendute a 10.000 euro l’una. Le due statue, alte circa 50 cm, facevano parte di un trittico che venne regalato alla parrocchia nella metà del 1800 dalla famiglia Michelon e, probabilmente, provenivano da un altro posto sacro. La fotografia del trittico consentì alla comunità di farne riprodurre una copia all’artista Egidio Petri e di riporla nella nicchia. La copia continuerà a fare bella figura nella chiesa perché le due statuette prima di essere nuovamente esposte al pubblico dovranno subire un’azione di restauro.













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