storie trentine

Battocletti torna in Africa per combattere l’ebola

Nuova missione di un mese in Sierra Leone per il medico di Mezzolombardo. All’ospedale di Lunsar effettuerà cesarei e interventi chirurgici d’emergenza


di Marco Weber


MEZZOLOMBARDO. Il dottor Mario Battocletti è ritornato in Africa. Nei giorni scorsi è partito per la Sierra Leone dove si fermerà un mese nell’ospedale di Lunsar, località a 150 km dalla capitale Freetown, gestito dall'organizzazione internazionale no profit “Medici con l'Africa - Cuamm” della quale il chirurgo rotaliano fa parte.

«Il mio compito - spiega Battocletti contattato via skype - è, assieme a un altro collega olandese, quello di effettuare i parti cesarei e tutti gli interventi chirurgici di emergenza. L’ospedale era stato chiuso dal governo perché l’ebola, che in questa parte della Sierra Leone ha provocato circa 600 morti, ha falcidiato il personale interno.

Anche padre Manuel, missionario spagnolo e chirurgo, è morto a causa dell’ebola. Molti medici e infermieri sono scappati e la popolazione per la paura preferiva non venire più qui a farsi curare. Dal 15 agosto non ci sono più nuovi casi di persone infette, la tensione è molto alta ma c’è molta fiducia. La gente sta incominciando a ritornare in ospedale».

I protocolli internazionali prevedono che affinché una zona sia considerata fuori pericoli di altri contagi, occorre siano passati almeno 45 giorni dall’ultimo caso riscontrato della malattia. A Lunsar ci siamo quasi, L’attenzione comunque è ancora ovviamente molto alta, ci sono delle precauzioni alle quali Battocletti e tutti coloro che lavorano con lui devono ottemperare con la massima cura.

Il medico rotaliano è un esperto d'Africa, non è questa infatti la sua prima esperienza nel continente nero. «Nel 2003 siamo stati in Uganda - afferma la moglie Miriam Paternoster che stavolta è rimasta a casa con i figli - dove Mario ha lavorato per un breve periodo con un ortopedico trentino. Dal 2005 siamo stati due anni in Etiopia e due in Tanzania, dove ha lavorato per Medici con l’Africa - Cuamm». Nelle altre occasioni con lui c’erano moglie e figli, anche perché il periodo di permanenza era molto più lungo. Stavolta lo aspettano a casa.

In Sierra Leone, precisamente nel distretto di Pujehun, l’organizzazione no profit Medici con l’Africa - Cuamm sta portando avanti un progetto di aiuto alla popolazione stremata dalla povertà e dall’ebola. Un progetto sostenuto anche dalla Provincia a supporto del distretto di Pujehun per combattere l’epidemia, denominato “Più forti dell’ebola”, con un contributo di 70 mila euro.

Tale progetto prevede il supporto al sistema di riferimento dei casi sospetti e la supervisione delle unita sanitarie periferiche, la formazione e protezione del personale locale, la fornitura di equipaggiamento e attrezzature ai centri sanitari, kit alle comunità in quarantena, attività di educazione e sensibilizzazione delle comunità. Ecco le coordinate per eventuali donazioni alla sezione trentina del Cuamm: Cassa rurale di Pergine, Iban IT 35 J 08178 35220 000000049780. I morti a causa dell’ebola sono ad oggi oltre 11 mila, più di 3 mila in Sierra Leone.













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