Battisti, l’arte per celebrare il centenario

Un’installazione in ferro battuto nel cortile di Palazzo Thun (e poi al Prati). Una serie di totem in diversi luoghi cittadini


di Paolo Piffer


TRENTO. Scelgono il linguaggio dell’arte contemporanea la Fondazione Museo storico del Trentino e il Comune capoluogo per cercare di trasmettere ai più giovani la biografia di Cesare Battisti, il leader socialista, il giornalista, il geografo, l’irredentista di cui proprio oggi ricorrono i 100 anni dalla morte, impiccato dagli austro-ungarici nella Fossa del castello del Buonconsiglio, nel corso della Prima guerra mondiale. Ieri nel cortile di palazzo Thun è stato presentato il progetto “Battisti16.16” curato da Elena Tonezzer, responsabile scuola del museo, che intende mettere in risalto il rapporto tra Battisti e la sua città con l’auspicio che i ragazzi, molti dei quali probabilmente ne sanno ben poco, si avvicinino a questa figura complessa, anche contraddittoria e che andrebbe conosciuta senza tante “guerre di religione” alle quali, invece, in questi mesi si è assistito. Facendosi magari schermo del tempo passato e di uno sguardo proprio per questo “distante”, perlomeno sereno, se non intellettualmente onesto. Nel mezzo del cortile, fino a settembre, un’installazione in ferro battuto realizzata dallo studio “weber+winterle architetti” di Trento a ricordare che Battisti fu anche consigliere comunale. Ad accompagnarla, alcuni pannelli che ne spiegano il percorso. L’installazione sarà poi esposta da ottobre ai primi di novembre al liceo “Prati” dove il leader politico studiò. Alcuni “totem” sono inoltre posizionati in altri luoghi: davanti alla biblioteca di via Roma (il geografo), al palazzo di via Esterle sede della tipografia del giornale “Il Popolo” (il giornalista), nella Fossa del Buonconsiglio e al mausoleo sul Doss Trento dove è sepolto. Il direttore della fondazione Giuseppe Ferrandi si è augurato che “sia dimostrata maggiore maturità nella discussione su Battisti” e ha criticato il ritratto che della stantia querelle (“martire o traditore?”) ha fatto lo scrittore Paolo Rumiz sulle colonne de “la Repubblica” nei giorni scorsi. Il sindaco Alessandro Andreatta ha invece sottolineato l’importanza del progetto, “che colma un vuoto, una distanza”. Ma il gran giorno è oggi, centenario della morte di Battisti con conseguenti commemorazioni.

Fino a poche settimane fa l’appuntamento era nell’agenda del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha poi scelto di tenere, in agosto, la lectio degasperiana a Pieve Tesino. I nomi circolati in seguito sono stati quelli del ministro della difesa Roberta Pinotti, del presidente del Senato Pietro Grasso e della presidente della Camera Laura Boldrini. Non arriverà nessuna di queste tre alte cariche che si sono, mano a mano, defilate. Evidentemente Battisti è ancora “materia” delicata. Ieri sera sono rimbalzati a Trento un paio di nomi. Alla Fossa e sul Doss Trento potrebbe prendere la parola o il sottosegretario alla presidenza del consiglio Marco Minniti o il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri. Nel cortile di palazzo Thun c’era chi ricordava che, nel cinquantesimo battistiano, arrivò a Trento il presidente del consiglio Aldo Moro che in val di Fassa passava le vacanze. Altri tempi. E, vien da dire, altra considerazione del Trentino nei palazzi romani.













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