Batterio killer, il Sait: "Noi non importiamo dalla Germania"

A rassicurare la comunità trentina è stato oggi Luigi Pavana, direttore del consorzio, a margine della conferenza stampa per illustrare il bilancio 2010: "Nessun rischio di contagio"



TRENTO. ''Gli effetti negativi su frutta e ortaggi del batterio killer variante dell'Escherichia Coli non ha toccato il Sait, il consorzio delle cooperative di consumo trentine, perché non importiamo ortaggi e frutta dall'estero, tantomeno dalla Germania''.

A rassicurare la comunità trentina è stato oggi Luigi Pavana, direttore del consorzio, a margine della conferenza stampa per illustrare il bilancio 2010. ''Non abbiamo dunque dovuto disfarci di pomodori, lattuga e germogli di soia - ha spiegato - com'è avvenuto invece in altri Paesi europei''.

Bilancio: vendite in aumento. Il bilancio del Sait (Consorzio delle cooperative di consumo del Trentino), che copre il 40% del mercato locale, ha raggiunto nel 2010 i 342.954.000 euro. Le vendite lorde, ingrosso e dettaglio, registrano un +1,83% rispetto al 2009, mentre l'utile di esercizio è di 2.327.000 euro. Il ristorno alle famiglie cooperative è confermato per 3.997.000, pari al 3% del ritirato dal magazzino alimentare, e il dividendo si attesta a quota 3,5% sul capitale sociale, per 1.033.000 euro.

Soddisfatti il presidente e il direttore del Sait, Renato Dalpalu' e Luigi Pavana, che in vista della 111/a assemblea dei 109 soci prevista per il 12 giugno, hanno anticipato oggi in una conferenza stampa che le politiche dei prossimi anni ''dovranno trovare soluzioni al costo del personale, che da solo incide per il 60-70% sul bilancio. Cercheremo da una parte - ha affermato Pavana - di promuovere l'aggregazione delle famiglie cooperative, che oggi sono 76, ma che vorremmo ridurre a 50, dall'altra passeremo i contratti interinali e a tempo determinato del personale a una cooperativa esterna''.

''Il Sait ha tenuto, in controtendenza al mercato, che invece ha registrato flessione del consumo in generale'' ha aggiunto Dalpalù. ''Tuttavia - ha affermato - dobbiamo riorganizzare la struttura interna, perché abbiamo ricavi a macchia di leopardo in Trentino. Dobbiamo centralizzare i costi, ora che abbiamo un'unica piattaforma di distribuzione in via Innsbruck'', nella nuova sede.

Per il 2011 il Sait, secondo quanto è stato spiegato, cercherà soluzioni di crescita del patrimonio basate su razionalizzazioni organizzative e non di vendita, perché il bilancio ha tenuto bene e quindi ''il patrimonio immobiliare, che ammonta a 13 ettari divisi tra via Maccani e Spini di Gardolo, non si toccherà, perché il mercato del settore non dà soddisfazione e perché non ne abbiamo bisogno'', ha sottolineato Pavana.

Il Sait e la cooperazione di consumo trentina contano una base sociale di oltre 100.000 soci, con 390 punti vendita, che in 199 comuni del Trentino sono l'unico negozio di alimentari. Le persone occupate tra i negozi delle famiglie cooperative, i Sait e i superstore di Trento e Rovereto sono 2.300.













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