Bassetti: «Aiutare i deboli fa la comunità più solida» 

L’ex presidente della Sat è il successore di Passerini alla guida del Cnca: «La solidarietà è legata alla gente di montagna, va coltivata questa tradizione»


di Sandra Mattei


TRENTO. Raccoglie un’eredità importante e significativa, Claudio Bassetti, che succede al presidente Vincenzo Passerini del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca). La base costituita da 10 tra associazioni e cooperative si è allargata a 16 nel corso della presidenza di Passerini e le Comunità d’accoglienza hanno potuto aprirsi alla popolazione grazie alla Settimana dell’accoglienza arrivata alla quarta edizione. Claudio Bassetti, già presidente della Sat è stato eletto ieri dall’assemblea delle associazioni aderenti, su proposta dell’esecutivo formato da Mauro Tommasini ()area formazione), Sandra Venturelli (area sensibilizzazione della comunità), Massimo Comatz (tavoli provinciali del welfare) e Michelangelo Marchesi (rappresentante del Cnca a livello nazionale). Abbiamo incontrato Bassetti subito dopo l’elezione.

Da presidente della Sat alla guida del Cnca. È un percorso conseguente?

La Sat ha sempre praticato la solidarietà in montagna e non a caso l’anno scorso il tema del congresso era dedicato alla solidarietà. Negli ultimi anni c’è stata molta attenzione verso le comunità più fragili e periferiche, sia da parte di singoli alpinisti che da parte dell’associazione. Pensiamo a Fausto De Stefani, che ha trovato nella Sat il supporto per costruire sei scuole in Nepal, ma anche alla costruzione di un asilo nido in Abruzzo, per il quale la Sat ha raccolto 80 mila euro sui 120 mila totali del Cai a livello nazionale. La Sat da sempre non si occupa solo di montagna, ma ha uno sguardo globale ed in particolare ha particolare attenzione verso i disabili: la Sosat da 25 anni porta persone con problemi motori in montagna, così come ci sono tante sezioni con le jolettes, le carrozzine per portare in quota chi non ne ha la possibilità. Il passo per affrontare questa nuova esperienza, dopo la presidenza della Sat, è stato naturale.

I componenti dell’esecutivo sono venuti a cercarla?

Sì, mi hanno contattato tempo fa per chiedermi la disponibilità. E, anche se ripeto con la Sat avevo già contatti con molte associazioni che operano nel sociale, non è stata una decisione facile. Prima di tutto perché le associazioni che hanno a che fare con le persone in difficoltà parlano un altro linguaggio, sono molte più preparate del sottoscritto, in secondo luogo perché la presidenza di Vincenzo Passerini è un’eredità importante da raccogliere.

Cosa l’ha fatta decidere alla fine ad accettare l’incarico?

Le persone che mi hanno contattato mi hanno convinto ad accettare, assicurandomi il loro appoggio. Penso inoltre che questo sia un passaggio storico dove non si possa stare alla finestra o limitarsi a scrivere su Facebook, è importante dare un contributo alla conoscenza ed alla comprensione reciproca, perché solo così si crea una società coesa e solida.

Ci sarà un impegno particolare rispetto all’accoglienza degli immigrati?

La linea tracciata dalla presidenza di Passerini è stata estremamente importante. Dare un aiuto alle persone più deboli, e non mi riferiscono solo agli immigrati, vuol dire aiutare tutta la comunità, dare risposte ai bisogni della gente fa crescere tutti. Mentre si assiste ad una politica che scatena la rabbia della gente verso i più deboli, è importante continuare nel solco tracciato dalla popolazione trentina, che è sempre stata in prima linea nel volontariato, nella cooperazione, nell’associazionismo.

Quale sarà il suo primo impegno?

Sarà quello di incontrare tutte le associazioni che fanno parte del Cnca per capire cosa fanno. Ho scoperto che è un mondo straordinario, ma c’è bisogno di più dialogo, per creare un a casa comune. E c’è bisogno di comunicare meglio quanto si fa e come, perché non si può basare la comunicazione solo su slogan e dividere la società in buoni e cattivi.













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