Politica

Barbacovi non passa, il Pd Trentino sarà commissariato

Nulla da fare in assemblea: nel segreto del voto l'ex sindaco di Taio incassa solo 37 voti 



TRENTO. Niente da fare. Il Pd trentino non riesce ad eleggere un nuovo segretario, neanche un traghettatore che avrebbe dovuto portare il partito a congresso in autunno. L'accordo sembrava raggiunto durante la giornata di ieri e sia Giulia Robol che Vanni Scalfi avevano dato nei giorni scorsi - dopo le dimissioni della stessa Robol - il loro via libera al nome proposto da Elisa Filippi, ovvero l'ex sindaco di Taio Sergio Barbacovi, scelto in quanto rappresentante dei territori - e non della città - dove il Pd è più debole. Ma nel voto segreto, a tarda sera, in assemblea i voti sono mancati: ne servivano 43 (la maggioranza dei due terzi) e Barbacovi ne ha incassati solo 37. 

Come da Statuto, si era scelto di procedere indicando un componente dell'assemblea, dopo che era fallito anche il tentativo promosso dal gruppo consiliare di indicare un triumvirato composto dal senatore Giorgio Tonini, il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi e un amministratore, proposta respinta al mittente da Giulia Robol.

A questo punto, vista l'incapacità del partito provinciale di uscire dall'impasse, si apre la strada del commissariamento da Roma. Il commissario dovrà portare il partito al congresso entro due mesi.

Indicativo il commento della consigliera provinciale Lucia Maestri dopo il voto in assemblea: "Fiducia reciproca pari allo zero. Il male endemico del Pd del trentino".

 













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