«Babbo Natale, dacci i nostri treni» / FIRMA

La protesta di Legambiente tra i pendolari: «Ritardi continui, ora basta». Firme oltre quota 1900


Serena Bressan


TRENTO. «Caro Babbo Natale, quest'anno sotto l'albero vorrei trovare il seguente regalo per migliorare i miei spostamenti casa-lavoro...». Iniziava così la provocatoria lettera a Babbo Natale consegnata ai pendolari trentini ieri mattina dalle 7.30 alle 9.30, presso la stazione dei treni, dai rappresentanti del circolo di Trento di Legambiente. Un'iniziativa che s'inserisce nell'ambito delle proteste per il taglio dei collegamenti a lunga percorrenza e notturni sulla linea ferroviaria del Brennero da parte di Trenitalia.

Un inizio di mattinata passato al freddo tagliente del binario 2 per il Babbo Natale di Legambiente, fra folle di studenti e lavoratori, a consegnare volantini e ad ammirare sui monitor i ritardi dei treni che da Bologna o Verona vanno verso il Brennero e viceversa.

«Sebbene il Trentino possa essere considerato una zona fortunata, i treni rimangono vecchi ed inesorabilmente pieni nelle ore di punta. Inoltre in determinate fasce orarie, come dalle 9.30 a mezzogiorno e la sera dopo le 21.30, mancano corse - ha spiegato Andrea Giachetti, presidente del locale circolo -. L'indice di qualità dei trasporti ferroviari sulla Valsugana e sul Brennero rimane negativo, come evidenziato dal report annuale "Pendolaria" di Legambiente e dal monitoraggio provinciale per le cancellazioni e i ritardi». E Legambiente Trento non chiede, quindi, solo che si ripristinino i collegamenti eliminati, ma anche che si migliori il livello globale del servizio offerto.

«Non è possibile che Trenitalia continui ad aumentare il prezzo dei biglietti e fornisca un'offerta scadente - ha sottolineato Maria Virginia Salizzoni, volontaria di Legambiente -. Per l'andata e ritorno da Trento a Bolzano, che l'anno scorso costava circa 6 euro, ora ci tocca sborsare 8.80 euro con il Regionale».

E la stessa sorte è capitata anche alla tratta Trento-Verona, dove il costo del biglietto di sola andata è di 6.50 euro, quando a gennaio si fermava a 5.70. Per non parlare della questione della puntualità dei convogli, che «resta discreta sulle tratte brevi: ci sono di solito 5-10 minuti di ritardo, come sta accadendo oggi - ha rilevato Ida Cusacci di Trento, che si stava recando a Bolzano -. Ma a volte la situazione diventa disastrosa sulle tratte lunghe, anche a causa della cattiva programmazione delle coincidenze».

I problemi delle coincidenze perse per il ritardo accumulato o delle attese troppo lunghe tra una corsa e l'altra non sono nuovi. E non accadono solo sul Brennero. «Il treno della Valsugana si ferma troppo tempo a Pergine e tante volte ci è capitato di arrivare tardi a scuola o di perdere la coincidenza per Rovereto - hanno spiegato alcuni alunni del Liceo Coreutico "Bonporti" di Trento e dell'Iti "Marconi" di Rovereto, provenienti da Caldonazzo -. In più, volevano toglierci i treni. Ma sarebbe più utile che ne aggiungessero».

Infatti, i convogli delle ore di punta sono sempre affollatissimi. «I treni con i quali torniamo a Verona alle 13.10 o alle 19.10, quando finiamo le lezioni, sono pieni - hanno raccontato Andrea Campagnola e Davide Brancati, studenti veronesi dell'Università di Trento -. Dobbiamo spesso stare in piedi fino a casa, il tutto ad un prezzo spropositato vista l'offerta scadente».

Perciò, le linee del Brennero e della Valsugana dovrebbero essere potenziate: è questo ciò che chiedono i pendolari e gli associati di Legambiente. «Farebbe comodo potenziare i treni esistenti - ha proposto Luciano Serafini, che abita a Pomarolo e lavora a Povo -. Invece di fare "Metroland", sarebbe forse meglio rendere un po' più "Metroland" il servizio ferroviario che c'è già».













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