la crisi

Azzolini fallita: buco da 10 milioni

Addio ad una delle storiche imprese di costruzioni della Busa. Tra i beni “spariti” anche la villa con piscina



RIVA. La Azzolini Costruzioni, una delle più importanti e “storiche” imprese del settore immobiliare della Busa e del Trentino, è da ieri ufficialmente fallita, schiacciata da una voragine di 10 milioni di euro, così come riporta la sentenza del collegio che ha decretato la fine. La sentenza di fallimento depositata ieri dal collegio formato dai giudici roveretani Corrado Pascucci, Carlo Ancona (relatore) e Michele Cuccaro mette fine ad una vicenda iniziata oltre due anni fa.

Nel 2014 la Azzolini Costruzioni aveva chiesto ed ottenuto di accedere al concordato, una decisione contro la quale si erano opposti due creditori, impugnando in appello il concordato: si tratta della Zampedri Scavi, rappresentata dall'avvocato Andrea Seraglio, e la Toni Costruzioni, rappresentata dall'avvocato trentino Maurizio Roat. Entrambe le aziende vantavano crediti per circa 600 mila euro a testa. Le due società hanno sostenuto la propria posizione ritenendo che la Azzolini avesse svariati crediti, “nascosti” nelle varie società immobiliari controllate (4 milioni secondi i creditori, 2,5 quelli accertati dai giudici). Tra i vari beni “spariti” anche la villa con piscina della famiglia Azzolini. I giudici della Corte d'Appello hanno accolto la tesi dei due creditori, ma i legali della difesa hanno a loro volta impugnato la sentenza presentando un ricorso per Cassazione. Anche il terzo grado di giudizio ha però dato torto alla Azzolini. A quel punto i creditori hanno notificato la sentenza della Cassazione al Tribunale di Rovereto, che ha attivato d'ufficio la procedura di fallimento.

Lunedì scorso la difesa ha tentato un'ultima carta, presentando una nuova istanza di accesso al concordato, ma i giudici hanno ritenuto che non vi fossero le condizioni e, accogliendo anche la richiesta del pm titolare del fascicolo, Fabrizio De Angelis, hanno dichiarato il fallimento. I giudici, come detto, hanno accertato un buco di 10 milioni di euro. Tra i creditori, oltre alla Zampedri Scavi e alla Toni Costruzioni, vi sono molte altre società, soprattutto artigiane, e anche alcuni liberi professionisti che negli ultimi anni hanno prestato la loro opera per la Azzolini. Prossimamente il giudice fallimentare, Carlo Ancona, dovrà nominare un curatore che avrà il compito di recuperare i cespiti attivi della Azzolini per redistribuirli ai creditori. Un procedimento che potrebbe durare anni.

Con la decisione di ieri dei giudici, va così a sparire un pezzo di storia del settore immobiliare. Una sentenza che poi, sul piano pratico, va a sbloccare l'annosa vicenda che riguarda il cantiere ex Quisisana: i lavori sono fermi da anni proprio a causa della crisi in cui è precipitata la Azzolini, che si era aggiudicata l'appalto. Ora l'amministrazione potrà riprendere in mano le redini della vicenda.













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