«Azzardopoli», superate le 1200 adesioni

In soli cinque giorni firme oltre ogni aspettativa contro la nuova piaga sociale



TRENTO. Oltre 1200 firme per mettere un freno al dilagare del gioco d'azzardo, in tutte le sue forme. Nemmeno l'appello che il nostro giornale aveva lanciato per chiedere ai politici di ridursi lo stipendio era partito con un simile seguito da parte dei lettori. Hanno firmato i rappresentanti delle associazioni che si occupano del fenomeno, ma anche politici, sportivi e tanta gente comune che chiede alla politica di fare di più per contenere questa piaga sociale.

Del resto i numeri del gioco d'azzardo in regione parlano da soli: nel 2011 si sono giocati oltre 1 miliardo di euro, quasi quanto le due Province autonome stanziano ogni anno per le spese sanitarie. Insomma, si gioca (e si perde) sempre di più anche in Trentino. Si stima che negli ultimi mesi il 42% della popolazione con età compresa tra i 15 ed i 64 anni abbia giocato puntando soldi. Il gioco è più diffuso tra gli uomini (52%), così come gli atteggiamenti a rischio: l'11% di questi riferisce di avere l'impulso di giocare somme di denaro sempre più consistenti e anche di nascondere ad amici e familiari quanto spende nel gioco. Il fenomeno è sempre più diffuso anche tra i giovani: il 64% degli studenti trentini ed il 50% delle studentesse hanno ammesso di aver puntato soldi almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Il 26% di loro sarebbe a rischio dipendenza.

Forse è la diffusione del fenomeno dell'azzardo - ben espressa da questi numeri - a dare una spiegazione di tanta partecipazione all'iniziativa del nostro giornale. Le firme testimoniano da sole che quanto è stato fatto in Trentino non è sufficiente, benché vada riconosciuto alla giunta provinciale di aver introdotto nei mesi scorsi divieti piuttosto ferrei per limitare il proliferare delle sale da gioco e delle macchinette in genere. Molti comuni sono andati addirittura oltre i divieti provinciali (divieto di nuove aperture sotto i 300 metri di distanza da luoghi considerati sensibili come scuole, asili o parchi) introducendo distanze ancora più ampie, come ha fatto di recente il Comune di Trento ampliando la fascia di rispetto a ben 500 metri. Il problema è che il gioco d'azzardo è ormai diventata una forma di dipendenza come l'alcol, la droga o il fumo. Se ne occupano al Sert di Trento, come nelle varie associazioni di auto mutuo aiuto sparse sul terriorio. Vincere è possibile, certo, ma assai difficile considerando che - secondo una statistica pubblicata da questo giornale nei giorni scorsi - il banco vince sempre. Nel corso del 2011, infatti, in Trentino Alto Adige, le giocate degli scommettitori hanno superato il miliardo di euro, ma un dato che sorprende è relativo alle perdite, che ammontano a 258.480.000 euro. Questo significa - generalizzando - che quando si giocano quattro euro, almeno uno lo si perde già in partenza.

Scorrendo le firme apparse sul nostro sito spuntano vari nomi noti. Dl consigliere provinciale del Pd Mattia Civico al presidente del consiglio provinciale Alto Atesino Mauro Minniti. Da Piergiorgio Bortolotti del Punto d'incontro fino alle recenti firme dell'ex ciclista Mariano Piccoli e di sua moglie Eleonora Berlanda. All'iniziativa hanno aderito tra gli altri anche Acli, la Cgil, il consigliere dell'Upt Salvatore Panetta, oltre al parlamentare del Pdl aloatesino Giorgio Holzmann. Insomma, un interesse trasversale.













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