«Azzardopoli», 700 adesioni per fermarla

Grande risposta dei lettori nel primo giorno di raccolta. Si mobilitano le Acli e la Cgil



TRENTO. Il nostro appello per arginare il problema del gioco d'azzardo ha raccolto oltre 700 firme in due giorni. La richiesta ai consigli provinciali di Trento e di Bolzano è di aggiornare le norme provinciali che regolano il gioco d'azzardo, per ridurne la diffusione nella nostra regione. Chiediamo anche ai due presidenti di esercitare la loro moral suasion sul Governo nazionale, per intervenire anche sul piano giuridico generale.

Tra i firmatari dell'appello figurano personaggi noti e rappresentativi della società civile, che avevano aderito con convinzione già ieri, quando abbiamo deciso di lanciare l'appello. Si tratta di Roberto Calzà, della Caritas, Silvano Deavi, di Consolida, Arrigo Dalfovo delle Acli, al quale si aggiungono oggi alcuni esponenti di Acli Giovani, e poi Sandra Venturelli, di Ama Trento, Paolo Burli e Franco Ianeselli della Cgil e altri, come il medico Mario Andermarcher. Si aggiungono oggi anche la firma di Nirvana Martinelli, storica e animatrice della società civile e culturale della Valsugana e quella di Claudia Merighi, impegnata in politica nel Pd.

Sottoscrive anche Marco Boato. «Ci troviamo di fronte in modo crescente ad un fenomeno gravissimo, che mina le persone, le famiglie, il lavoro», afferma Boato. «Un fenomeno che crea dipendenza, distrugge la coesione sociale, compromette la salute delle persone, distrugge le già fragili condizioni economiche di famiglie intere. So bene che il proibizionismo non risolve da solo i problemi. Ma si assiste al dilagare (soprattutto locali pubblici, in particolare quelli che non dovrebbero avere nulla a che fare col gioco d'azzardo, come bar e negozi) della presenza di "slot machine". E' vero - come sostiene troppo facilmente Giorgio Buratti - che "il gioco è sempre esistito", però mai si era verificato un fenomeno di queste proporzioni. Una cosa è la libera scelta di una persona, pur discutibile, di andare intenzionalmente in un luogo adibito solo al gioco. Altra cosa è che l'occasione del "gioco d'azzardo" si trovi in locali pubblici, destinati ad altre finalità, che si stanno tramutando in una sorta di bische diffuse nel territorio. Mi auguro che la petizione sia ampiamente sottoscritta e che l'istituzione provinciale risponda in modo tempestivo».

Oggi è il 21 marzo, giornata della Memoria delle vittime di tutte le mafie. Doveroso ricordare che il nostro appello è stato sottoscritto anche da Cesare Guerreschi, presidente e fondatore della Società italiana intervento patologie compulsive e vice presidente nazionale del Gruppo Abele, che da anni combatte ogni forma di illegalità e educa alla cittadinanza. Proprio il Gruppo Abele, insieme a Libera e ad altre tre organizzazioni del sociale, aveva firmato in febbraio un appello, per chiedere al Premier Mario Monti di sospendere la campagna dei Monopoli di Stato, portata nelle scuole e chiamata Giovani e gioco, ritenuta esplicitamente a favore dell'azzardo. A dimostrazione che il problema è a due livelli: locale e nazionale.













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