Avvocato salva bimba dal canale

Il roveretano Wolfango Chiocchetti era a Chioggia e si è tuffato: «Chiunque lo avrebbe fatto»


di Paolo Tagliente


ROVERETO. La serata era calda e tranquilla. L’avvocato Wolfango Chiocchetti, 38 anni, figlio di “Pino”, avvocato ed ex sindaco, se ne stava seduto insieme alla moglie davanti a un bar che si affaccia su canale Vena, a Chioggia. La coppia stava sorseggiando un aperitivo e discuteva su quale ristorante avrebbero scelto per cena. Certo non immaginavano che di lì a pochi istanti la giornata - è quella di venerdì scorso - avrebbe preso una piega del tutto inaspettata. La scena sembra quella di un film. Davanti alla coppia passano due ragazzine in sella a delle bici elettriche. Chiacchierano, sorridono e pedalano veloci. Il loro infantile zigzagare si interrompe bruscamente a pochi metri da Chiocchetti: le bici si scontrano e una bambina finisce dritta dritta nel canale. All’inizio nessuno capisce bene cosa stia accadendo, poi l’amica rimasta sulla terra ferma inizia a urlare: «Non sa nuotare! Non sa nuotare!». A quel punto Chiocchetti si alza e senza battere ciglio si butta nelle acque tutt’altro che salubri del corso d’acqua. «Credo che chiunque, al mio posto, avrebbe fatto lo stesso» si schermisce Wolfango. Ma certo è che il suo intervento è determinante. «In quel punto – spiega – io toccavo appena e sono alto un metro e 80. La bimba non ce l’avrebbe fatta. Afferrarla e metterla al sicuro non è stato difficile». Ma c’è la sorpresa. «Solo più tardi – racconta Chiocchetti – ho scoperto che nel cestello della bici c’era un cagnolino e salvare lui è stato un po’ più difficile». Ma il generoso roveretano non è soddisfatto e, aiutato dalla moglie, riesce a portare sulla terra ferma anche la bicicletta. Tutto finito? Niente affatto. Wolfango si accorge che durante il salvataggio le chiavi della macchina gli sono uscite di tasca e sono rimaste in acqua. Una beffa crudele per chi ha mostrato tanto altruismo. Le speranze di ritrovarle sono ridotte davvero a un lumicino: l’acqua è profonda, sporca e scura, il fondale è ricoperto di melma e di chissà cos’altro. Assicuratosi che la ragazzina – si saprà dopo che ha 12 anni - torna nel canale e inizia una disperata ricerca. La piccola folla di commercianti, passanti e turisti che nel frattempo s’è formata sul bordo del canale chiede aiuto a un pescatore subacqueo. L’uomo s’immerge e dopo lunghissimi tentativi, grazie ad un rastrello, riesce ad agganciare e recuperare le chiavi di Chiocchetti. «Sono rimasto a lungo in acqua – racconta – perché non ritrovare le chiavi sarebbe stata una vera disdetta». Nel frattempo, la mamma della bimba salvata arriva sul posto e ringrazia il giovane roveretano. «Era davvero molto scossa. E sotto choc era anche la piccola, che deve aver anche bevuto un po’ di quell’acqua». Poi Chiocchetti e la moglie se ne vanno per riprendere la loro vacanza, che comunque resterà per sempre nei loro ricordi. «Non ho fatto niente di straordinario – conclude – e se sono riuscito a salvare quella ragazza devo ringraziare mia moglie e anche la gente che mi ha aiutato».

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