Avanzi, il governo apre Comuni, opere confermate

In Senato una risoluzione della maggioranza impegna a risolvere il problema Rossi in commissione: «Investimenti già in cantiere potranno continuare»


di Chiara Bert


TRENTO. Il Senato impegna il governo «a promuovere una coerente regolazione dei rapporti finanziari tra governo, la Regione Trentino-Alto e le Province Autonome di Trento e Bolzano, secondo l'accordo relativo al cosiddetto patto di Roma recepito nella legge di Stabilità 2015 con riferimento particolare, da un lato, al concorso finanziario a carico dei predetti enti e, dall'altro, all'iscrizione degli avanzi di amministrazione e del Fondo pluriennale vincolato di entrata e di spesa». Questa la risoluzione di maggioranza approvata ieri sera con 182 voti dal Senato a conclusione del dibattito sull’aggiornamento del Def, il documento di economia e finanza. Dopo la decisione del consiglio dei ministri di impugnare l’assestamento di bilancio della Provincia, congelando di fatto 200 milioni di avanzi di spesa degli enti locali trentini, il pressing delle ultime settimane sul governo, portato avanti a più livelli, da Trento e dalla delegazione parlamentare a Roma, ha prodotto un primo risultato e dà seguito all’apertura confermata due giorni fa dal sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa al deputato e presidente della Commissione dei Dodici Lorenzo Dellai.

Il governo ha contestato l’uso di avanzi da parte della Provincia e dei Comuni che per la norma del pareggio di bilancio non possono essere messi a bilancio. L’ipotesi allo studio per superare l’impasse e sbloccare le risorse prevede che la Provincia versi un anticipo del proprio contributo alle finanze statali (previsto dal patto di Roma) utilizzando le somme che diversamente andrebbero a costituire l’avanzo, e che questo anticipo venga detratto dal contributo l’anno successivo. Nel suo intervento in aula il senatore Vittorio Fravezzi, vicecapogruppo del Gruppo Autonomie, ha insistito sul fatto che «occorre puntare sugli investimenti pubblici e privati, così come sono necessari interventi a favore dei bilanci comunali», e ha ricordato che con la riforma della legge 243/2012 si è stabilito che dal 2020 il Fondo pluriennale vincolato di entrata e spesa entri nel saldo delle autonomie locali: «Questa legge prevede che sia la prossima legge di bilancio a regolare la transizione nei tre anni che ci separano dal 2020, stabilendo qualità e quantità della progressiva introduzione nel saldo del Fondo». Soddisfatto anche il senatore del Patt Franco Panizza: «Per la prima volta in un Def si cita la Provincia di Trento, è un segnale importante di attenzione. Questo è un primo passo, tocca a noi proseguire la battaglia per arrivare al risultato. Ma questo passo ha premiato la forte pressione fatta sul governo». Degli avanzi si è discusso ieri anche in prima Commissione dove il governatore Ugo Rossi ha presentato i possibili impatti del Def del governo sulla manovra della Provincia. I 200 milioni della Provincia comprendono i 49 milioni dei Comuni versati nel fondo strategico territoriale e destinati agli investimenti. Ai consiglieri Rossi ha confermato che con il governo si è aperta una trattativa che ha ragionevoli possibilità di arrivare in porto. Ma, ha affermato rispondendo a Walter Kaswalder (Patt), «anche se l’interpretazione dello Stato dovesse prevalere, le opere già messe in cantiere dai Comuni potranno continuare, anche se sarà necessaria la revisione dei programmi, mentre si escludono problemi per quelle delle Comunità di valle». Conferma il presidente del Consiglio delle autonomie Paride Gianmoena: «Dalla Provincia abbiamo ricevuto rassicurazioni, Comuni e Comunità stanno lavorando per arrivare agli accordi entro ottobre».

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