Auguri dalle autorità «Dialogo e sostegno come per i profughi»

Il sindaco Andreatta: «Conservi la sua schiettezza» Il governatore: «Alleanza etica contro le disuguaglianze»


di Chiara Bert


TRENTO. È un abbraccio di popolo - anche se il popolo che entra nelle chiese si va via via assottigliando - quello che ieri pomeriggio ha accolto il nuovo vescovo in piazza Duomo. Ma in prima fila a salutare monsignor Lauro Tisi c’erano anche le autorità politiche. E il presidente della Provincia Ugo Rossi è partito da un esempio concreto per spiegare come il rapporto tra la Chiesa trentina e le istituzioni «è sempre stato improntato alla massima collaborazione e al dialogo». L’esempio di questo «proficuo rapporto», ha detto certamente pensando ai fatti degli ultimi giorni, la rivolta dei profughi e le reazioni che ha scatenato, «lo abbiamo visto recentemente nelle vicende legate all’accoglienza dei profughi, dove la Diocesi trentina si è affiancata con grande impegno allo sforzo messo in campo dalla Provincia. Non è un caso, infatti, che il Trentino ospiti, dai primi giorni di marzo, alcune famiglie di profughi siriani, grazie al primo corridoio umanitario attivato in Europa, promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Caritas della Diocesi di Trento, in collaborazione con i ministeri dell'Interno e degli Esteri». «Un’iniziativa importante, una bella pagina per la nostra autonomia - ha scandito il governatore - che ci ha permesso di ribadire quella vocazione all'accoglienza e alla solidarietà che ha plasmato il carattere di questa terra, per molti secoli crocevia di culture e di sensibilità diverse». Se in Trentino la coesione sociale è ancora salda, nonostante la crisi degli ultimi anni, per Rossi il merito è anche della Chiesa e dei suoi pastori. Ma «la soluzione ai problemi politici e sociali e alle sfide che abbiamo di fronte - avverte - senza un’azione di ricucitura del tessuto morale e civile della comunità rischia di diventare impossibile». «Per promuovere un rinnovato senso civico oggi si impone l’esigenza di un’“alleanza etica” tra istituzioni civili e religiose, in grado di fronteggiare l’emergenza individualistica, le diseguaglianze sociali e la solitudine».

Prima di Rossi, era stato il sindaco di Trento Alessandro Andreatta (il cui fratello, Diego, direttore di Vita Trentina, ha fatto la cronaca della cerimonia insieme a Stefano Mura) a portare il saluto della città al nuovo vescovo. Il suo è stato un «ben ritrovato», «perché il nostro è un rapporto già consolidato». Di don Tisi ha sottolineato lo stile «semplice e concreto» e ne ha ricordato le parole pronunciate il giorno della sua nomina, la disponibilità «a condividere la responsabilità nel promuovere il bene comune». Per Andreatta ciò significa «lavorare per includere, curarsi dei più fragili e dei più deboli, dei giovani in cerca di futuro, degli anziani bisognosi di sostegno, delle famiglie sempre più in affanno, di chi fugge da guerre e miseria». Sarà - ha detto il sindaco al nuovo vescovo - «un bel camminare insieme, nella doverosa e necessaria distinzione di ruoli, per costruire una comunità coesa e matura». «A noi pare che la città di Trento dispieghi al meglio le sue qualità e le sue caratteristiche quando si apre al dialogo, al confronto con le altre culture, religioni, con le altre categorie di pensiero. Le chiediamo allora di aiutarci a interpretare al meglio questa vocazione e di renderci parte di quella grande rete di relazioni internazionali che la Diocesi di Trento coltiva da sempre, grazie ai suoi missionari sparsi per il mondo oltre che per la sua appartenenza a una comunità senza frontiere qual è quella ecclesiale». Infine l’augurio: «Conservi la sua schiettezza mai rude ma caritatevole». A salutare monsignor Tisi ieri c’erano anche la presidente del consiglio regionale Chiara Avanzo, il vicepresidente del consiglio provinciale Walter Viola, la presidente del consiglio comunale Lucia Coppola. E, in prima fila, gli assessori e i consiglieri Upt, il consigliere Pd Mattia Civico, il senatore Franco Panizza, l’ex senatore Renzo Gubert.













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