bolzano, il leghista nella bufera 

Audio shock, Masocco “latita” 

Protesta rosa in consiglio, lui non si presenta. E il dibattito non si fa



BOLZANO. «Il Comune di Bolzano, questa sera, ha fatto una pessima figura a livello nazionale. Mi sarei aspettata una presa di posizione forte da parte del consiglio. Almeno una dichiarazione pubblica del sindaco Renzo Caramaschi. Niente». È l’amara considerazione di Ulrike Oberhammer, presidente della Commissione pari opportunità provinciale, mentre assieme ad un gruppo di donne lascia il Municipio. Il consigliere leghista - che nega di essere l’autore del whatsapp della vergogna - ieri non si è visto. E il consiglio ha perso un’occasione importante, per far sentire la propria voce. La risposta al caso Masocco è stato un silenzio imbarazzante.

Questo spiega la delusione della combattiva avvocatessa (e non solo la sua, ndr), che mercoledì mattina, per prima era intervenuta chiedendone le dimissioni, dopo che la Tageszeitung aveva pubblicato il testo agghiacciante di un whatsapp audio - “Vieni allo Juwel c’è una DJ figa da violentare. Adesso ti faccio una foto (segue una bestemmia)” - inviato su una chat del gruppo giovani del Carroccio e attribuito proprio al consigliere Masocco. Ieri anche Oberhammer come tutte le donne che siedono in consiglio e quelle che sono nelle commissioni pari opportunità comunali e provinciali ha indossato, in segno di protesta, la maglietta rossa con la scritta: «Stop alla violenza contro le donne». Si voleva dare un segnale forte anche visivo - nel giorno di San Valentino - per dire che certe espressioni per gravità e volgarità sono inaccettabili sempre. Ancora di più se a pronunciarle dovesse esser stato un consigliere comunale che, all’epoca del whatsapp, era consigliere di circoscrizione a Don Bosco.

L’assessora verde Maria Laura Lorenzini, paladina dei diritti delle donne, aveva promesso un intervento. Ma tace. L’unico a provare ad affrontare l’imbarazzante questione è Sebastian Seehauser, capogruppo Svp, che propone un articolo 31 sul caso: «È necessario - aveva spiegato prima del consiglio comunale - una discussione in Comune per chiarire i fatti: se quell’audio fosse di Masocco c’è un’unica possibilità: le dimissioni dal consiglio comunale. Già nelle ultime settimane con l’episodio di Pancheri (aveva definito finocchi i gay, ndr) abbiamo raggiunto livelli inaccettabili per le istituzioni. Dobbiamo proteggere il consiglio comunale».

A “dettare” l’ordine dei lavori interviene Andrea Bonazza (CasaPound): «Non si può trattare l’argomento se non c’è l’interessato». Ottimo assist per il capogruppo leghista Kurt Pancheri: «È una vicenda poco chiara, la discussione va fatta quando ci Masocco». Più possibilista Gabriele Giovannetti. Alla fine Seehauser si ritrova solo. La presidente del consiglio Judith Kofler Peintner chiede a Seehauser se vuole che la discussione dell’articolo 31 venga messa ai voti o si rinvia tutto a quando in aula ci sarà Masocco: il capogruppo Svp è chiaramente deluso ma accetta di aspettare. E nessuno interviene più.













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