PREVIDENZA

«Attenti alla tentazione di incassare subito il Tfr»

L’appello di Regione e Pensplan: «Meglio una gallina (domani) che un uovo oggi» Ma ecco tutte le informazioni utili per i lavoratori dipendenti del settore privato


di Andrea Selva


TRENTO. Tra un uovo oggi e una gallina domani Pensplan non ha dubbi: meglio la gallina. Ecco l’invito rivolto a tutti i lavoratori del settore privato che in marzo potranno scegliere di ricevere il trattamento di fine rapporto in busta paga, invece di lasciarlo all’azienda oppure versarlo in un fondo pensione. La possibilità è stabilita dalla nuova legge di stabilità, con l’obiettivo di consentire (a chi ne sente la necessità) di avere una busta paga più “pesante” con la speranza che aumentino, nel contempo i consumi.

Una possibilità che l’assessora regionale alla previdenza, Violetta Plotegher, ha consigliato di considerare con “grande prudenza”, privilegiando invece forme di previdenza più orientate sul futuro. Insomma, meglio formiche che cicale, secondo Plotegher e secondo Pensplan. Questo è il messaggio diffuso ieri in occasione di una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche il direttore della società regionale Markus Obermair e la presidente Laura Costa. Ma ecco alcune informazioni utili per i lavoratori che devono affrontare quetsa scelta, sulla base di dati forniti ieri da Pensplan.

Incassare il Tfr in busta paga? Non conviene. Ecco perché

Le simulazioni e i dati di Pensplan che ha lanciato un appello ai lavoratori dipendenti privati: pensateci bene prima di scegliere di ricevere il Tfr in busta paga. Insomma, meglio una gallina domani che un uovo oggi. Leggi l'articolo

Quali lavoratori

La novità riguarda i lavoratori dipendenti del settore privato che avranno la possibilità di richiedere l’erogazione mensile del Trattamento di fine rapporto. Si tratta di una somma pari al 6,91 per cento della retribuzione e che sarà soggetta alla stessa tassazione prevista per la retribuzione, quindi con aliquote progressive in base al reddito.

I termini

La scelta dovrà essere effettuata entro marzo (e avrà effetto a partire dalla paga dello stesso mese) e sarà irreversibile fino al 30 giugno 2018.

A chi conviene?

Poiché il Tfr in busta paga viene tassato allo stesso modo della retribuzione (e cioè in modo più sfavorevole rispetto a quanto avviene per le somme lasciate in azienda oppure affidate a un fondo pensione) di fatto questa soluzione non conviene a nessuno, ma ci sono grosse differenze chi ha redditi bassi (e quindi una tassazione ridotta sui suoi redditi) e chi invece ha redditi elevati (e risulta penalizzato nella scelta di chiedere subito il Tfr). Ma è chiaro che chi ha bisogno di liquidità valuterà la scelta tenendo conto dei costi che comporterebbe chiedere in prestito una somma equivalente al Tfr in busta paga (e non di quanto perde rispetto al versamento in un fondo pensione).

Quanti lavoratori?

Secondo uno studio dell’Istituto promozione lavoratori di Bolzano sarebbero solo il 16% i lavoratori dipendenti altoatesini interessati a chiedere il Tfr in busta paga, mentre il 77% dice “no” e un 7% non ha ancora deciso. Un dato che dovrebbe essere sovrapponibile alla realtà trentina dove ci sono più o meno le stesse condizioni sociali. Secondo lo stesso studio il denaro incassato in busta paga servirebbe per le spese di tutti i giorni (29%), per il tempo libero e le vacanze (2%), per risparmi familiari (43%), per pagare mutui o debiti (14%) per le bollette (4%) e per altro (8%).

La campagna

Pensplan invita i lavoratori a pensare alla previdenza, anche sulla base della convenienza fiscale di questa scelta rispetto al Tfr in busta paga. Per questo partirà una campagna informativa e - hanno ricordato ieri i vertici della società - i 100 sportelli di Pensplan sono a disposizione degli utenti sul territorio regionale.













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