rovereto

Attentato incendiario al traliccio telefonico del Mossano

Distrutti i cavi e le antenne di Vodafone e Wind. Gli investigatori: al vaglio tutte le ipotesi. Ma la pista privilegiata è quella anarchico-insurrezionalista


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Ancora una volta il traliccio telefonico del Mossano (di proprietà della Vodafone ma con antenne anche Wind) entra nel mirino degli attentatori. La notte scorsa, infatti, è stato distrutto dall’ennesimo rogo doloso (il primo, sempre nello stesso posto tra Mori ed Isera, risale al 2003) che (al momento) non porta ancora alcuna firma. Gli investigatori vanno cauti: le indagini sono a 360 gradi e nessuna ipotesi viene esclusa. Anche se, visti i numerosi precedenti con rivendicazioni più o meno dirette, la pista anarchico-insurrezionalista sembra quella privilegiata.

L’allarme è scattato l’altra notte poco dopo le tre. La telefonata arrivata ai vigili del fuoco parlava di un incendio dopo il Millennium Center. Ma nell’avvicinarsi a via del Garda i vigili del fuoco volontari di Rovereto guidati dal comandante Luca Minatti hanno notato le fiamme che si alzavano alte dal traliccio del Mossano. Lì si sono diretti e con i colleghi di Isera comandati da Lorenzo Tambosi sono stati impegnati a lungo prima di riuscire a domare le fiamme. Fiamme altissime che dalla base arrivavano fino alla sommità del traliccio: fuoco e calore hanno colato le guaine in gomma a protezione dei cavi di rame che in alcuni tratti si sono anche spezzati. E il fuoco ha gravemente danneggiato le celle e le antenne delle due compagnie telefoniche: alcune dovranno essere sostituite, mentre altre probabilmente potranno essere riparate e riutilizzate.

I danni, comunque, ad un primo sopralluogo dei tecnici sono ingenti: si parla di parecchie migliaia di euro. Inoltre i tizzoni ardenti che si staccavano dal traliccio sono finiti nel bosco tanto da innescare alcuni principi di incendio subito spenti dai vigili del fuoco. Per loro l’intervento non è stato facile visto che hanno dovuto operare con temperature rigidissime (di parecchio sotto lo zero)e per spegnere il rogo doloso hanno utilizzato il sistema Cafs che consiste nella produzione della schiuma tramite aria compressa.

Per appiccare il fuoco gli attentatori hanno utilizzato benzina o altro materiale infiammabile. Una volta accesa la “miccia” si sono allontanati e le fiamme hanno iniziato a distruggere i cavi del traliccio. Degli attentatori nessuna traccia e nessuna testimonianza: hanno raggiungo la collinetta del Mossano, a pochi metri dalla provinciale Destra Adige, passando attraverso il bosco. E da lì si sono allontanati indisturbati senza lasciare (almeno per il momento) tracce. Sull’attentato sono intervenuti i carabinieri che stanno compiendo le indagini.













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