Attentato fallito all'auto della polizia

Rovereto: ordigno incendiario sotto la Punto della Polfer, ma l'innesco non funziona



ROVERETO. Sotto la Fiat Punto della polizia ferroviaria c'era un ordigno incendiario, che però non ha funzionato. Come a fine settembre, quando un dispositivo artigianale pressochè identico fece cilecca e venne schiacciato dalle ruote del furgone delle Ferrovie. Stavolta invece è stato recuperato integro ed è ora al vaglio della polizia scientifica. Nessuna rivendicazione, nè altre tracce utili alle indagini, per ora aperte a qualsiasi ipotesi. L'ordigno era assemblato con due bottiglie di plastica contenente benzina.

A fare da innesco, una spira di "zampirone" collegata da un lato a una manciata di fiammiferi e dall'altro a della diavolina. Ciò per garantirsi qualche minuto di tempo dall'accensione e guadagnarsi una fuga più sicura. Il tutto era sistemato sotto la Punto della Polfer, parcheggiata da venerdì sera nel piazzale dello scalo merci della stazione ferroviaria, sul lato di via Zeni, chiuso da una cancellata. Ma qualcosa è andato storto.

Forse per il freddo, forse per il forte vento, i fiammiferi si sono spenti da soli, senza riuscire a dare il via alla combustione che avrebbe devastato l'auto con le insegne della polizia. Il congegno è stato ritrovato sotto la Punto ed è stato analizzato dagli uomini della polizia scientifica. Chiarissimo l'obiettivo: rispetto a settembre - dando per scontato che la "mano" sia la stessa - il tiro si è alzato. Meno evidente invece la paternità.

Nessuno ha rivendicato il fallito attentato, ma per il tipo di obiettivo e il "modus operandi" appare logico pensare a un ennesimo gesto eclatante dell'area antagonista: anarchici o estremisti No Tav. Solo un'ipotesi tra le tante, secondo gli inquirenti, che non trascurano alcuna potenziale pista. Ma le indagini possono contare solo sull'ordigno, che è stato ritrovato nella sua integrità (a settembre invece era stato schiacciato dall'operaio in manovra). Per quanto appaia anacronistico, infatti, quell'area della stazione non è videosorvegliata e pertanto non c'è alcuna immagine che aiuti a fare chiarezza sugli autori.













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