Assunta e licenziata, ora chiede un milione di euro

La vicenda riguarda il concorso provinciale del 2007: dopo le assegnazioni c’era stato il ricorso al Consiglio di Stato che aveva provocato un terremoto



TRENTO. Ha vinto il concorso, è stata assunta, ha superato il periodo di prova e poi, in base ad una sentenza del Consiglio di Stato è stata licenziata. E ora chiede alla Provincia un risarcimento da quasi un milione di euro. La vicenda è quella ricca di colpi di scena legata al concorso indetto dalla Provincia per la copertura di 17 posti a tempo indeterminato nel ruolo funzionario ad indirizzo amministrativo-organizzativo del 2007. La donna risulta fra le vincitrici e viene assunta nel 2009 superando il periodo di prova e quindi legata da un rapporto a tempo indeterminato con la Provincia. Ma due concorrenti non ammesse alla prova orale avevano fatto ricorso al Tar impugnando gli atti del concorso. Il tribunale amministrativo li respinge entrambi ma una va avanti e si arriva così al Consiglio di Stato. Che accoglie il ricorso riconoscendo la sussistenza di un vizio del procedimento concorsuale consistente nella tardiva approvazione (circa un mese dopo la pubblicazione dei risultati degli scritti) dei verbali di tutte le operazioni. Partono così le lettere di licenziamento per quelli che nel frattempo erano stati assunti. Viene fatto un secondo concorso e la protagonista di questa vicenda non riesce a superare le prove scritte. E quindi fa ricorso - al Tar - ritenendo che «il proprio interesse legittimo sia stato leso dall’attività illegittima e colpevole della pubblica amministrazione» e chiede che le sia riconosciuto il risarcimento del danno subito, in relazione sia al venir meno dell’occupazione in Provincia, sia alla perdita dei lavori precedenti (abbandonati perché si fidava della legittimità della selezioni e quindi della validità del contratto di lavoro), sia alla rinuncia di altre possibili occasioni di lavoro e alla perdita delle chance lavorative». Inoltre c’è anche il danno provocato dallo stress psico-fisico, danno totale che viene quantificato in 979 mila euro.

Il ricorso, la donna, lo ha presentato contro la Provincia al Tar ma alla fine non sarà la giustizia amministrativa ad occuparsene. Il Tar, infatti, ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione visto che la causa deve essere discussa dal giudice ordinario «trattandosi - si legge nella sentenza - di una controversia relativa ad una fase successiva al procedimento concorsuale preordinato all’assunzione, cioè alla risoluzione del contratto di lavoro in conseguenza dell’illegittimità della procedura concorsuale per l’accesso all’impiego». (m.d.)

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