Asili, sport, omofobia: le leggi al palo

Non solo le quote rosa stoppate dai veti: arenati anche il garante dei detenuti, il testamento biologico, il quorum zero


di Chiara Bert


TRENTO. Non ci sono solo le preferenze rosa tra le leggi mancate della legislatura che sta per concludersi. Dallo sport alla scuola, dal testamento biologico al garante dei detenuti, fino alle due leggi di iniziativa popolare sull’omofobia e la democrazia diretta, sono tanti i testi di legge rimasti bloccati dai veti, a volte sospesi per contrasti interni alla maggioranza, più spesso stoppati dal muro dell’ostruzionismo dell’opposizione.

Senza contare i disegni di legge che sarebbero pronti per andare in aula, varati dalle commissioni, ma che non saranno trattati per mancanza di tempo: anche in questo caso si spazia sui più svariati argomenti, tutela ambientale, sicurezza alimentare, parchi agricoli, volontariato civile degli anziani, Comitato provinciale per le comunicazioni, disciplina della consulenza e assistenza psicologica.

La prossima settimana l’ultima tornata del consiglio provinciale si annuncia particolarmente infuocata, con due disegni di legge all’ordine del giorno - la riforma della valutazione d’impatto ambientale e il rendiconto della Provincia - oltre alla riduzione delle indennità dell’Ufficio di presidenza e a una serie di pareri su disegni di legge in materia di riforma dello Statuto. E dopo la polemica sulla mancata calendarizzazione della legge sulle quote rosa, rischia di aprirsi anche quella sul disegno di legge sull’Europa.

Il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti ribadisce l’importanza di chiudere i lavori dell’aula con un ordine del giorno condiviso: mettere in discussione i disegni di legge sulle preferenze rosa o sull’omofobia, sui quali le minoranze hanno già annunciato ostruzionismo, avrebbe significato non arrivare in fondo. «C’è un veto esplicito, non ci sarebbe bastato un mese - osserva Dorigatti - vogliamo chiudere così la legislatura?».

E non è solo sulla partecipazione delle donne in politica e sull’orientamento sessuale che il consiglio non è riuscito a legiferare, nonostante le pressioni arrivate anche dall’esterno delle istituzioni. I veti hanno bloccato anche altri disegni di legge.

Gli ultimi due stop in ordine di tempo hanno riguardato testi unificati su due argomenti importanti. A luglio è stato sospeso il disegno di legge sulla scuola che avrebbe dovuto introdurre la novità degli asili nido privati nell’ambito della cooperazione sociale. Il pasticcio in questo caso è avvenuto tutto dentro la maggioranza, con l’approvazione (a voto segreto) di un emendamento del consigliere Idv Bruno Firmani sulle Tagesmutter, emendamento che avrebbe liberalizzato il settore e sconfessato l’impianto della legge. Di qui la conseguente decisione della maggioranza di ritirare l’intero disegno di legge.

Poche settimane prima era naufragata la legge sullo sport, sommersa da centinaia di emendamenti delle minoranze, in particolare del consigliere Marco Sembenotti, in polemica con gli scarsi fondi stanziati dalla giunta. Qualche risorsa in più per il settore è stata poi trovata nell’ultima Finanziaria, ma la legge è rimasta al palo.

Ancora prima la maggioranza non era stata in grado di approvare l’istituzione del garante dei detenuti, stoppata anche in questo caso dal fuoco amico di Firmani.

Non è andata meglio ai disegni di legge sui cosiddetti temi «etici». Passerà all’attenzione del prossimo consiglio la legge di iniziativa popolare contro l’omofobia promossa da Arcigay e Arcilesbica (raccolte 7 mila firme) che sarebbe stata trattata insieme al disegno di legge del consigliere Pd Mattia Civico contro le discriminazioni sessuali: il testo unificato prevede la promozione nelle scuole dell'educazione affettiva e contro la discriminazione sessuale, l'inserimento nel lavoro delle persone transessuali e transgender, l'allargamento delle competenze sulle discriminazioni omofobe della Consigliera di parità e formazione su questo tema del personale della Provincia e l'estensione del concetto di convivenza more uxorio anche alle coppie omosessuali, infine la creazione di un osservatorio sulle discriminazioni sessuali. Se ne riparlerà nella prossima legislatura, visto che i disegni di iniziativa popolare - è il caso anche di quello sulla democrazia diretta e il quorum zero ai referendum, su cui era stato avviato l’iter in commissione - non decadono.

Non è andata in porto neanche la legge sul testamento biologico, sul quale c’è stata una netta chiusura delle minoranze che oltre a dissentire nel merito hanno anche contestato la legittimità del consiglio a legiferare in materia. Passando a temi più leggeri, il presidente della terza commissione Roberto Bombarda (Verdi) ricorda il percorso travagliato del disegno di legge del consigliere Nerio Giovanazzi sulla navigazione del lago di Garda, sospeso in aula e rispedito in commissione, infine arenatosi dopo essere stato associato ad un altro disegno di legge in materia presentato da Mauro Ottobre. Tutto rinviato - anche in questo caso - al prossimo consiglio.

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