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Arco, incinta e con le doglie ma l’elicottero non c’è

L’episodio reso noto dall’onorevole Ottobre è accaduto tra martedì e mercoledì. La donna è stata trasportata con un’ambulanza al S. Chiara, dove poi ha partorito



ARCO. S’è presentata al Pronto soccorso dell’ospedale di Arco con i chiari segnali di un parto imminente, anche se la donna protagonista della vicenda era solo al settimo mese di gestazione. Un’emergenza che, secondo le disposizioni seguite alla chiusura del punto nascite di Arco, avrebbe dovuto essere affrontata con il trasferimento immediato in elicottero della giovane al Santa Chiara di Trento. «Invece, so che l’elicottero non era disponibile – spiega l’onorevole Mauro Ottobre, che ha reso noto l’episodio – e la poveretta, dopo essere stata preparata per il trasferimento con l’eliambulanza, è stata trasferita con una ambulanza all’ospedale del capoluogo e lì, ha partorito nella notte. Inutile che stia a sottolineare quanti minuti sono stati persi prima, per preparare la paziente a un volo che poi non c’è stato, e poi per percorrere i 35 chilometri che separano Arco da Trento».

L’episodio è accaduto nella tarda serata di martedì e potrebbe avere degli strascichi, perché Ottobre sta valutando la possibilità di presentare un esposto in Procura. «È evidente – spiega il deputato arcense, che nelle scorse settimane ha presentato un’interrogazione al ministro della salute Beatrice Lorenzin – che ci stiamo avvicinando sempre più a materia di competenza della magistratura dal momento che sta accadendo l’esatto contrario di quanto avevano a suo tempo promesso gli amministratori provinciali. Non serve certo essere un medico per capire quanto pericolosa sia la situazione per una donna che si presenta in un ospedale per chiedere un aiuto immediato e che poi, invece, per scelte politiche incomprensibili, è costretta ad attendere a lungo in un pronto soccorso e poi a percorrere 35 chilometri in ambulanza, di notte. Sono stati persi minuti preziosi, insomma, e temo che prima o dopo possa accadere un incidente grave: chi risponderà di questo disservizio quando accadrà? Non so cosa abbia impedito l’intervento dell’elicottero, ma certo non possiamo pensare di portare avanti ancora una situazione simile».

Le polemiche, insomma, sono ben lungi dallo spegnersi. Dal primo agosto, giorno in cui il punto nascite arcense ha ufficialmente chiuso i battenti, e i trasferimenti di donne gravide al Santa Chiara sono stati numerosi. In qualche caso non sono mancati momenti di apprensione e tensione perché la nuova situazione, carica di variabili imprevedibili, ha messo a dura prova la nuova organizzazione. In molti, comunque, a fronte dei costi altissimi del servizio dell’elicottero, si chiedono se la chiusura del punto nascite, oltre a privare una comunità di un servizio importantissimo, garantisca davvero un risparmio per le casse dell’azienda sanitaria.













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